Roma - Il governo «ribadisce completa fiducia a Gianni de Gennaro». Ma Gianni de Gennaro viene rimosso. Così Romano Prodi ieri al question time alla Camera ha incensato e «licenziato» il capo della polizia, aprendo di fatto i giochi per la successione del prefetto che sette anni fa ottenne un’unanimità trasversale di consensi. Il premier ha utilizzato parole cortesi e di apprezzamento per il lavoro svolto e ha promesso «un’ampia consultazione con l’opposizione» per la nomina del sostituto. Ma l’addio per De Gennaro è sicuro. Senza sorprese, ha insistito a dire Prodi.
La sostituzione, ha chiarito il premier, avverrà «in completo accordo tra il governo e la polizia, nel solo interesse del Paese». E ha spiegato che l’intesa con De Gennaro avvenne già un anno fa, dopo l’insediamento a palazzo Chigi: «Ci eravamo accordati - ha proseguito Prodi - per non avere subito le dimissioni, ma di aspettare la fine dei sette anni». De Gennaro era stato nominato al vertice della polizia il 26 maggio del 2000.Ma per l’opposizione è stata una concessione su tutta la linea alla sinistra radicale e in particolare a Rifondazione, che non ha mai amato De Gennaro dal G8 in poi. Tantopiù che ieri circolava una voce: la maggioranza, con l’asse Ds-Margherita e l’appoggio del Quirinale, avrebbe già deciso il nome del successore: Antonio Manganelli, vicecapo vicario della polizia e vicino allo stesso de Gennaro.
«Sono sconcertato» ha risposto a Prodi Pieferdinando Casini. Era stato il leader dell’Udc a presentare un’interrogazione proprio sulla situazione della polizia. La decisione di Prodi è «un ulteriore atto di arroganza», ha chiarito. «Dopo la Guardia di Finanza, con la rimozione di Speciale, ora occupano anche la polizia. Quello che succede è gravissimo» ha lamentato il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, che ha aggiunto: «È l’ennesimo ricatto fatto di quella sinistra estrema che si vendica per il G8 di Genova».
E non è bastato a convincere la Cdl l’ampio elogio che di Di Gennaro ha fatto Prodi dopo averne confermato la prevedibile sostituzione: «La sua opera è riconosciuta sia in ambito nazionale che internazionale». Il cambio al vertice della polizia «ci lascia forti dubbi - ha attaccato il presidente dei senatori di An, Altero Matteoli - anche perché il ricambio è stato insistentemente sollecitato dalla sinistra radicale, in particolare dal Prc». E il risultato dell’operazione, ha insistito Gianni Alemanno (An), è che «chiunque sarà il successore, si sentirà sotto il ricatto dell’estrema sinistra». Per Jole Santelli, responsabile sicurezza di Forza Italia, si tratta di «un vero e proprio golpe». Prodi ha dimostrato di «cedere all’ennesimo ricatto della sinistra radicale», ha commentato Maurizio Gasparri (An).
Il Viminale ne era a conoscenza, ha sottolineato il ministro dell’Interno, Giuliano Amato: «Conoscevo la risposta che Prodi avrebbe dato, ne avevamo ovviamente parlato». Ogni polemica, ha poi avvertito dopo aver ricevuto De Gennaro al Viminale, è «fuori luogo». Ma l’opposizione non ha dato tregua: la dichiarazione di Prodi alla Camera «assomiglia all’esecuzione ordinata solo qualche giorno fa dalla sinistra radicale», ha osservato il capogruppo della Lega alla Camera, Roberto Maroni. L’intervento di Prodi potrebbe essere «destabilizzante per la polizia» secondo il vicecoordinatore azzurro Fabrizio Cicchitto. E la situazione avrebbe richiesto «prima una consultazione riservata dell’opposizione» e poi una «decisione pubblica». La sostituzione non era comunque affatto scontata, ha puntualizzato il senatore a vita Francesco Cossiga: «Non esiste scadenza per il capo della polizia se non quella prevista per il collocamento a riposo dei prefetti, che è stabilita a 67 anni».
In serata è arrivata una nota di palazzo Chigi: «È stato l’onorevole Casini - è stato scritto in un comunicato - a parlare di una sostituzione nelle prossime settimane e non il presidente Prodi, che invece ha ribadito per ben due volte che sull’avvicendamento ai vertici della polizia ci si confronterà con l’opposizione».
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