Con Prodi a Natale non si vola

Vacanze a rischio: dopo quello dei Tir ora incombe lo sciopero Alitalia. Il premier decide di non decidere sulla vendita. Sindacati pronti a violare la tregua, ultimatum al governo: ci consulti sul partner o bloccheremo il trasporto aereo. E la compagnia aerea crolla in Borsa. I piloti: "Lo sciopero è un ricatto che non accettiamo"

Con Prodi a Natale non si vola

da Milano

Non c’è tregua per l’Italia che viaggia: nemmeno a Natale. E mentre si stanno ancora pagando le pesanti conseguenze dello sciopero dei Tir, il Paese rischia di essere messo nuovamente in ginocchio, questa volta dal blocco dei voli. Suona infatti come un vero ultimatum quello lanciato dai sindacati dei trasporti (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl) su Alitalia: se non saranno convocati sulla scelta del partner per la compagnia di bandiera, sono pronti ad andare contro tutte le regole, violando anche la «fascia protetta» prevista per le festività pur di bloccare l’intero settore del trasporto aereo. Per cominciare, intanto, chi può fa a meno di Alitalia, preferendo altre compagnie aeree - se non addirittura altri mezzi - per le vacanze di Natale. E a poco valgono le assicurazioni di piloti e assistenti di volo appartenenti ad Anpac, Anpav, Avia e Up, contrari ai blocchi selvaggi nel pieno delle festività: la paura del caos, sperimentato fin troppo spesso negli aeroporti italiani, è più forte di qualsiasi promessa.
Ma quali sono le motivazioni di una reazione così pesante, ai limiti della legalità? Soltanto la preoccupazione per il futuro della compagnia, affermano i sindacati confederali, che da lunedì terranno un presidio a Palazzo Chigi, chiedendo di conoscere i piani industriali e la sostenibilità finanziaria delle offerte presentate. «Rivendichiamo il diritto al confronto - dichiara il segretario nazionale della Filt-Cgil, Mauro Rossi - con un governo che nel programma ha enfatizzato il metodo della concertazione e poi, nei fatti, ha tradito ogni aspettativa. Così non si può più andare avanti: il tempo a disposizione è scaduto».
In particolare, la polemica è sul piano presentato da Air France di cui «conosciamo solo indiscrezioni - afferma ancora Rossi - come 45 aerei dismessi, il ridimensionamento di Alitalia a vettore regionale, la dismissione di tutta la realtà di Alitalia Servizi con 8mila esuberi, mentre altri 5mila sarebbero in Alitalia Fly, tra piloti, assistenti di volo e personale di terra». Una prospettiva del genere, secondo il segretario della Filt-Cgil, vorrebbe dire «la desertificazione industriale» del settore del trasporto aereo.
Ma la smentita arriva subito: «I numeri attribuiti da Mauro Rossi al piano Air France-Klm per Alitalia su flotta, esuberi e visione strategica sono sbagliati». A dirlo sono fonti vicine al colosso franco-olandese che precisano, inoltre, che «il piano Air France-Klm è un piano di sviluppo, che mira a inserire Alitalia all’interno del più grande gruppo mondiale, a farle riconquistare quote di mercato e a farla ritornare in utile, perché soltanto un’azienda profittevole può crescere e generare valore per i propri dipendenti, per i propri clienti e per l’intero sistema economico italiano». Evidentemente, rilevano le stesse fonti, «c’è in giro qualcuno interessato a trasmettere un’idea sbagliata ai dipendenti Alitalia e ai sindacati italiani del piano Air France-Klm».
Il sindacato non fa il tifo per nessuno, ribattono tutte le organizzazioni: «Abbiamo preferenze solo per chi ha il piano industriale migliore», sottolinea il segretario nazionale della Uil-Trasporti, Marco Veneziani.

«Conosciamo a grandi linee solo il piano di Ap Holding - afferma il segretario nazionale della Fit-Cisl, Claudio Genovesi - ci sono aspetti positivi, ma anche molte questioni da approfondire. In particolare, vogliamo verificare, conti alla mano, la solidità finanziaria di questa proposta».

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