Prodi pensa a un decreto per evitare le trappole del voto sulla Finanziaria

da Roma

Un decreto da 4-5 miliardi per «svuotare» la finanziaria e da presentare alla Camera parallelamente alla manovra (che, invece, inizierà la sessione di bilancio dal Senato). È questa la soluzione prospettata da Padoa-Schioppa a Romano Prodi e sulla quale il presidente del Consiglio sta riflettendo. Il premier ha ancora in testa le preoccupazioni di Giorgio Napolitano sui «pasticci» commessi dal governo lo scorso anno durante la sessione di bilancio. Ed avrebbe anche già pronta la risposta: una soluzione del genere è già stata elaborata nella precedente legislatura.
Il decreto legge in questione sarebbe composto da diverse parti. Un pacchetto, il più consistente politicamente, riguarda welfare e pensioni. Con il provvedimento verrebbe cancellato lo scalone previdenziale e introdotte le misure contenute nel pacchetto welfare. In questo modo, la sinistra estrema otterrebbe l’eliminazione della riforma Tremonti-Maroni, ma dovrebbe «digerire» il pacchetto sugli ammortizzatori sociali, nuove norme sulle pensioni di anzianità e lavoro. Misure contro le quali ha proclamato la manifestazione del 20 ottobre prossimo.
Un altro capitolo sostanzioso del decreto dovrebbe essere quello riguardante il cosiddetto «pacchetto casa». Dovrebbe contenere norme a favore dell’edilizia popolare. E non è escluso che nel decreto possano entrare anche le misure per l’aumento dell’agevolazione Ici sulla prima casa. Sull’argomento, il pressing della Margherita su Padoa-Schioppa è continuo. Al momento, però, ancora nessuna decisione sarebbe stata presa. Il «pacchetto casa» del decreto, infatti, è stimato in un miliardo. Mentre il costo dell’aumento delle agevolazioni Ici sulla prima casa (da 102 a 290 euro: così come previsto dal provvedimento fermo in commissione Bilancio della Camera), da solo, supera il miliardo di euro.
Al momento, poi, sono «a secco» i fondi per i progetti Ten (le grandi infrastrutture europee) e Tav (linee ferroviarie ad alta velocità). Si tratta di infrastrutture tutte concentrate nel Nord, e riguardano il terzo valico Genova-Milano, la Torino-Lione (Val di Susa) e la linea Milano-Venezia. Visto il buon andamento dell’operazione Tfr (in linea con le attese), il decreto legge dovrebbe contenere misure per il finanziamento dei progetti.
Nella finanziaria propriamente detta, quindi, dovrebbero essere individuate le coperture al decreto. È assai probabile che fra le misure fiscali ci sarà spazio per l’aumento dell’imposta sulle rendite finanziarie. Dal passaggio dell’aliquota dal 12,5% al 20%, però, dovrebbero essere esclusi i titoli pubblici in circolazione. Tant’è che al ministero dell’Economia (lato Finanze) ritengono che il gettito sia puramente rappresentativo; anche se in grado di soddisfare le richieste mosse dalla sinistra estrema.

Grazie al decreto ed al buon andamento delle entrate (il gettito aggiuntivo dovrebbe essere intorno ai 10 miliardi) la manovra «lorda» dovrebbe ammontare a 15 miliardi. E per questa sera all’Economia sono attese le indicazioni dei ministri su come ridurre i rispettivi budget.

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