Roma - "I Dico proteggono le categorie più deboli". Lo sottolinea il premier Romano Prodi, che nonostante l'apparente spaccatura con la Chiesa conferma la volontà di dialogo tra Italia e Vaticano sui temi etici. "Anche quest'anno, e ancora di più, noi ribadiremo la serietà, il dialogo e la collaborazione che
c'è fra la Santa Sede e lo Stato italiano. E lo ribadiremo dialogando sui problemi più importanti
che abbiamo di fronte", ha ancora detto il presidente del Consiglio. "Dialogheremo sul tema della famiglia e anche della proposta di legislazione di protezione
delle categorie più deboli che noi abbiamo fatto. E dialogheremo anche - ha concluso Prodi -
sui tanti problemi del mondo: quelli della pace e della convivenza tra i popoli che è messa a
rischio dalle tensioni internazionali crescenti".
Oggi vertice Prodi-Bertone Non sarà un vertice
come gli altri quello di oggi tra Romano Prodi e il segretario di stato vaticano, cardinal
Tarcisio Bertone: se ogni anno all'ambasciata italiana presso la santa Sede si svolge un
ricevimento per celebrare i Patti lateranensi del 1929 e quindi il loro rinnovamento attraverso
il Concordato del 1984, quest'anno la scadenza ha un sapore dalla forte valenza politica.
Lo scontro delle ultime settimane che ha contrapposto il governo alle più alte gerarchie
ecclesiastiche intorno alla legge sulle coppie di fatto, gli ormai famosi Dico che regolano
diritti e doveri delle unioni eterosessuali e omosessuali, farà da sfondo incombente sui
colloqui di questa sera.
Casini: serve dialogo sulla famiglia "In Italia serve un dialogo sulla famiglia e questo si deve realizzare partendo da ciò che c'è". Lo ha detto Pierferdinando Casini a margine della lezione sull'Europa tenuta all'università di Enna. "Credo - ha aggiunto - che non sia necessario introdurre negozi giuridici come i Dico che, tra l'altro, creerebbero confusione omologando omosessuali ad un fratello e una sorella che convivono peraltro in modo disorganico dal punto di vista giuridico. La famiglia italiana è in crisi questo lo sanno tutti, ma non significa che bigogna dargli il colpo di grazia semmai bisogna dare una mano a risollevarsi".
Formigoni: i Dico non aggiungono diritti "Mi sembra che non aggiungano diritti - ha detto ai giornalisti il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni - ma mettano a repentaglio le famiglie sposate con rito religioso o civile. Non mi sembra la strada giusta".
Bonino: la Chiesa viola il Concordato "Senza una grande iniziativa politica nel paese sui Dico si rischia una bocciatura al Senato, il che significherebbbe riparlarne tra vent'anni". Lo dice a Radio Radicale il ministro Emma Bonino spiegando che "le gerarchie ecclesiastiche violano sistematicamente il concordato". "Questa versione dei Dico dal nostro punto di vista non è soddisfacente, malgrado il buon lavoro di chi ha scritto il testo, è il risultato del possibile in questo momento - premette Bonino -. Ma il vero punto è l'inizio di una marcia tutta in salita, perché se con difficoltà è passato in consiglio dei ministri, stanti le posizioni assunte e i numeri, l'iter parlamentare apre una nuova fase di iniziativa politica".
Bertolini: niente diktat alla Chiesa "Proprio la riforma del Concordato del 1984, ha affidato alla chiesa cattolica, non più espressione della religione ufficiale di Stato, un più penetrante ruolo di testimonianza civile del rilievo e del significato pubblico dei valori fondanti la dottrina del cattolicesimo". Lo afferma Isabella Bertolini, vice presidente del gruppo di Forza Italia alla Camera, sulle celebrazioni in occasione dell'anniversario della firma dei Patti Lateranensi. "Pieno diritto quindi - prosegue la parlamentare azzurra -, per le gerarchie ecclesiastiche, di parlare a chi abbia il desiderio e la voglia di ascoltare.
In tal senso, è di tutta evidenza che sui Dico, che investono direttamente le vicende dell'istituto della famiglia, la Cei abbia tutto il diritto di esprimere la propria posizione ufficiale. Basta quindi - conclude la Bertolini - con questi diktat rivolti alla Chiesa cattolica. In uno Stato laico e civile la libertà di espressione deve essere assicurata a tutti, senza se e senza ma".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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