Prodi sapeva tutto di Telecom: ecco le carte

Dubbia anche l’estraneità del Prof allo «schema Rovati». «Era tutt’altro che artigianale, elaborato da esperti del governo e da una banca d’affari»

Fabrizio Ravoni

da Roma

«Saranno le carte depositate presso il consiglio d’amministrazione a parlare. Non mi metterò mai in polemica con un’istituzione». È Marco Tronchetti Provera che parla. Siamo a Venezia, 20 settembre scorso: da cinque giorni non è più il presidente della Telecom. Quelle carte, quei verbali del Cda Telecom, ora sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza e sotto chiave negli uffici della Procura di Roma. In quelle carte c’è la «verità» di Tronchetti Provera su tutta la vicenda Telecom.
La sua è una cronistoria puntale, dettagliata, puntigliosa. Con qualche interpretazione. E tanta cronaca. Ai primi di settembre - è scritto, in prima persona, nel verbale del Cda del 15 settembre - ho incontrato Prodi. In quell’occasione gli ho parlato dell’idea di scorporare Tim da Telecom. Il presidente del Consiglio non mi ha dato giudizi sull’operazione: il governo non interviene su iniziative di aziende private, mi ha detto. E per essere sicuro che l’operazione venisse condivisa - è sempre Tronchetti a parlare - sono rimasto sempre in contatto con Angelo Rovati.
L’ex presidente di Telecom, quindi, annuncia al suo Cda di aver informato il presidente del Consiglio dello scorporo di Tim. Operazione di fronte alla quale Prodi ha sempre detto di non sapere nulla. Fino a manifestare, a Frascati, il suo pubblico «sconcerto» per essere tenuto all’oscuro dell’operazione. Ed a far emettere un comunicato di Palazzo Chigi in cui dice di aver incontrato Tronchetti in due occasioni e che mai gli ha parlato dello scorporo di Tim da Telecom; e svela i contatti rivelati da Tronchetti con altre aziende internazionali.
Forse per queste ragioni, i magistrati romani stanno valutando se acquisire agli atti dell’inchiesta l’intervento che Prodi farà giovedì alla Camera sull’argomento. Per capire chi dica la verità sull’argomento. Le carte di Tronchetti le hanno già. Aspettano quelle che leggerà il presidente del Consiglio.
Tronchetti non ha dubbi su chi dice la verità. Così ai suoi consiglieri d’amministrazione offre l’unica interpretazione presente nel verbale. Riguarda il ruolo di Costamagna e lo schema Rovati. L’obbiettivo del governo, dice, era quello di farci cedere la rete fissa alla Cassa depositi e prestiti. Operazione che sarebbe stata «forzata» anche attraverso Costamagna. Ex di Goldman Sachs - dice Tronchetti al Cda Telecom - aveva fatto avere al governo un progetto che vedeva Murdoch interessato ad acquisire il 50% ed oltre di Olimpia (la cassaforte che ha in portafoglio le azioni Telecom). E Costamagna, all’epoca, era advisor di Murdoch nell’operazione. In questo modo - secondo il progetto di Costamagna, attribuito a Murdoch - l’intera Telecom sarebbe passata in mani straniere. Ed il governo poteva giustificare l’intervento della Cassa depositi e prestiti nell’operazione. Così come previsto dallo schema Rovati, finito sui giornali.
Lo schema Rovati - commenta Tronchetti - era tutt’altro che «artigianale». «Era uno schema elaborato da esperti del governo e da una banca d’affari», dice ai consiglieri d’amministrazione Telecom. Rovati, invece, ha sempre detto che quello schema lo aveva preparato lui in persona, con la collaborazione di un suo amico banchiere. «Era uno schema artigianale», disse Angelone a Pechino la notte prima dell’ultimo Cda Telecom presieduto da Tronchetti. Da qui l’utilizzo nei verbali dello stesso aggettivo, «artigianale».
Fra l’altro - spiega sempre l’ex presidente - il trasferimento della rete fissa (e non solo di quella infrastrutturale) a Cassa depositi e prestiti sarebbe stato pagato in buona parte dalle maggiori tasse che il gruppo telefonico avrebbe pagato al momento dello scorporo della rete. Il meccanismo? La definizione di un plusvalore delle azioni. Plusvalore sul quale il gruppo avrebbe dovuto pagare maggiori imposte. Insomma, secondo Tronchetti, lo schema Rovati puntava a far pagare alla Telecom - sottoforma di maggiori imposte - l’intera operazione di scorporo della rete fissa.
Fin qui, la verità di Tronchetti Provera. Quella di Prodi arriverà o dovrebbe arrivare dopodomani.

E chissà se in Parlamento farà cenno a quella richiesta che avanzò all’inizio dell’estate ad un banchiere d’affari. Mi studi il riassetto Telecom? chiese. Il tizio elaborò il progetto, simile a quello di Rovati. Piccolo particolare. Non era uno della Goldman Sachs, ma di un’altra importante banca d’affari.

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