Prodi tenta il blitz sulle Camere, l’Unione lo blocca

Il relatore cambia idea anche per l’opposizione di Forza Italia e Rosa nel pugno

Fabrizio Ravoni

da Roma

Rivolta della maggioranza contro il governo sulla finanziaria. In commissione Bilancio passa un emendamento che sopprime una norma che, altrimenti, avrebbe spogliato il Parlamento di ogni controllo sul bilancio. Con quella norma sarebbe stato il ministero dell’Economia a decidere quante risorse potevano andare alle diverse amministrazioni dello Stato, senza che il Parlamento poteva intervenire.
Invece, in serata, il colpo di scena. La commissione Bilancio vota l’emendamento presentato da Roberto Villetti (Rosa nel Pugno) che propone la soppressione della norma in questione (si tratta del 3° comma dell’articolo 53). Di colpo, il relatore di maggioranza, il diessino Michele Ventura, si dice favorevole alla soppressione. Il governo non prende posizione, e «si rimette all’aula». E maggioranza ed opposizione approvano l’emendamento Villetti.
Contro questa norma, da due giorni, l’opposizione fa le barricate. La ritiene incostituzionale, proprio perché sottrae al Parlamento il controllo delle spese. Se fosse passata, per intenderci, la legge finanziaria e le leggi di bilancio, potevano andare in soffitta. «In questo modo, invece, viene ribadita la centralità del Parlamento», commenta Ventura. Proprio Ventura, però, nel pomeriggio aveva presentato un emendamento che seguiva il solco della norma voluta dal governo. Unica concessione quella che il ministro dell’Economia, con un proprio decreto ministeriale, doveva informare le Camere sulla suddivisione delle spese (tecnicamente, su come intendeva distribuire le risorse all’interno delle diverse unità previsionali di base, che hanno sostituito - accorpandoli - i vecchi capitoli di bilancio). E le Camere avrebbero dovuto fornire, su queste variazioni, solo un parere consultivo.
«In realtà - spiega Gaspare Giudice di Forza Italia - Ventura ha compreso che la maggioranza della commissione, e del Parlamento, era contraria all’idea di vedersi sottrarre il controllo sulle spese. Così, quando ha messo ai voti l’emendamento Villetti ha preferito dirsi che era favorevole». Vero? «Prima della mia dichiarazione - precisa Ventura - ci siamo consultati con il governo ed abbiamo preferito assumere la posizione, che poi ha portato alla soppressione della norma».
In precedenza, Tommaso Padoa-Schioppa aveva difeso l’articolo 53 della manovra. Garantisce, con tagli orizzontali, 4.572 miliardi di minori spese. Tagli, però, che incideranno in maniera proporzionale, visto che Ricerca e Protezione civile sono stati esclusi dai risparmi. Così, dal taglio orizzontale del 10%, i risparmi per i ministeri colpiti salgono al 14%. Con il risultato - denuncia Guido Crosetto di Forza Italia - che «i tagli alla sicurezza ammontano al 14% per l’acquisto di mezzi destinati alla sicurezza».
Per tutto il giorno, nell’anticamera della commissione Bilancio si consuma una lotta fratricida nella definizione delle quantità di risorse assegnate alle diverse «Unità previsionali di base». Tutti contro tutti, senza differenze di colori. I più attivi sono quelli della Farnesina, seguiti da quelli di Mussi. I Verdi puntano ad alleggerire il bilancio della Difesa.
Angelo Bonelli proprio non digerisce quell’aumento dell’11% delle risorse disponibili. C’è chi punta a liquidare Sviluppo Italia. Chi a recuperare risorse dai gassificatori. «C’è ancora tempo per le correzioni - commenta Massimo D’Alema, critico con i tagli agli esteri - La Finanziaria si approva a Natale e siamo ancora a novembre». Sempre che non venga chiesto il voto di fiducia.
Paradossalmente, infatti, il voto di fiducia farebbe decadere tutti gli emendamenti che vengono presentati in aula. Anche quelli della maggioranza. E c’è da scommettere che i sindaci chiederanno correzioni alla Finanziaria.

Sergio Cofferati sostiene che il governo non sta rispettando i patti con i Comuni. Bologna, insieme a Torino e Firenze, non hanno incassato un emendamento che attribuisca maggiori risorse, in sostituzione dei tagli ai trasferimenti. Ci sono riuscite Triste, Napoli, Roma e Venezia.

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