Prodi tenta di far affondare la missione sui porti

Pronti, via. Ed è subito uno scviolone. La Liguria in Cina si muove come un elefante in mezzo a un esercito di terracotta e ci si deve mettere di mezzo l’ambasciatore italiano a Pechino per evitare lo scontro. La notizia non è di quelle che i «delegati» di piazza De Ferrari avrebbero voluto vedere riportate sulle pagine del Secolo XIX, l’unico quotidiano presente con un inviato non invitato (e quindi pagante) fin dal primo giorno del viaggio. Anche perché la guerra fredda c’è stata davvero, e ancora una volta è stata tutta interna alla sinistra italiana. Claudio Burlando da una parte, Romano Prodi dall’altro. Il Governatore contro il premier, la Regione Liguria contro il governo centrale. Tutto perché Burlando aveva detto andare in Cina per andare a «vendere» i porti liguri e tra i progetti di Prodi c’è tutto tranne la volontà di dare una mano alo shipping nostrano, ma anzi di favorire lo scalo di Gioia Tauro.
D’altra parte il presidente della Regione avrebbe già dovuto capire da tempo quale fosse la strategia del governo Prodi per l’economia ligure, visto che nonostante le promesse dello stesso Burlando di chiedere come priorità la realizzazione del Terzo Valico, il ministro dei Trasporti Antonio Di Pietro è appena venuto a Genova per dire che l’unica opera che non si farà mai è proprio quella in grado di assicurare un futuro al porto. Figurarsi se il Governatore e l’assessore ai Trasporti Luigi Merlo trattano direttamente con Cosco e China Shipping. Le telefonate si fanno inevitabilmente infuocate, ma alla fine la delegazione ligure ottiene il nulla osta a presentare i suoi «gioielli» ai cinesi. La «piattaforma» della tregua arriva dal fatto che se a Prodi Gioia Tauro starà certo più a cuore che non Genova, il rischio vero è che mentre gli scali italiani si fanno la guerra tra loro, dalla Spagna e dalla Francia arrivino offerte più concrete e allettanti per gli spedizionieri dell’estremo oriente.
Alla Liguria sembra quindi restare soprattutto un ruolo da apripista. Per fare in modo che tanti sforzi non vengano però vanificati in seguito, l’obiettivo di Burlando e compagni è quello di far entrare China Shipping nella Psa, la società che controlla il Vte di Voltri.

Gli incontri andranno avanti fino a venerdì, giorno in cui si dovrebbe definire un primo accordo per anticipare le possibili mosse di porti come Barcellona e Madrid. Nella speranza che la delegazione ligure non faccia altri «danni».

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