da Roma
Non è ancora lAutorità sui conti pubblici, scritta nel Programma dellUnione, ma qualcosa che le somiglia da vicino. Larticolo 46 della Finanziaria prevede la costituzione, presso la presidenza del Consiglio, di una commissione con poteri dindagine sullattività dellIstat e sull«informazione statistica fornita dalle amministrazioni competenti in materia di finanza pubblica».
Questa commissione, insomma, potrà mettere il naso sul flusso di informazioni sui conti pubblici che, attualmente, viene fornita dalla Ragioneria generale dello Stato. Nella sostanza, a Palazzo Chigi viene creata una struttura che finisce per controllare la Ragioneria. Per commissariarla. Una scelta che Prodi aveva in mente da parecchio, al punto da averla messa nero su bianco nel Programma dellUnione. Ma che dopo le perplessità della Ragioneria sulle coperture della Finanziaria, ha subito unaccelerazione.
Nelle 801 pagine che costituiscono il tomo della Finanziaria vengono descritti anche i costi della commissione, i componenti e chi ne dovrà far parte. Al presidente andranno 204mila euro mentre a ogni componente 140mila euro. Previsti anche 20 dipendenti: 14 saranno di Palazzo Chigi, 6 dipendenti invece potranno essere comandati da altre amministrazioni, per un costo a persona di quasi 40mila euro. Per un costo annuo di 1,2 milioni di euro allanno.
La creazione di questa commissione (a cui potranno essere chiamati docenti universitari anche stranieri) rischia di svuotare il ruolo della Ragioneria generale dello Stato; che non dovrà più rispondere soltanto al ministro dellEconomia, ma anche alla Commissione presso Palazzo Chigi.
E già circolano i nomi per i potenziali candidati al posto di presidente della Commissione. Il più accreditato è Riccardo Faini, consulente economico di Tommaso Padoa-Schioppa e responsabile della verifica sui conti pubblici (la due diligence) avviata dal governo Prodi subito dopo il suo insediamento.
Quella due diligence individuò 34 rischi per i conti pubblici.
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