Il Prodino può attendere e già gli «anti Tav» distruggono la Liguria

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Riccardo Re Il terzo valico come la Val di Susa. Movimenti, centri sociali e comitati, sulla scia del grande «successo» degli scioperi NoTav, stanno cercando di diffondere un sentimento di insofferenza nei confronti dell'alta velocità anche in Liguria. Ma il progetto non trova solo dissensi, anzi. Ai contrari a priori replicano, e seccamente, i pendolari, quella categoria di persone che i veri problemi delle ferrovie e delle infrastrutture li conoscono sul serio, e lei vivono ogni giorno sulla loro pelle. Lo scontro sul terzo Valico è, insomma, apertissimo. Già oggi alle 15 a Sampierdarena, al centro civico Buranello, ci sarà un primo incontro dei contestatori per dire basta a qualsiasi corridoio europeo. Ma la prima grande manifestazione è prevista domani per un corteo-picnic nelle vallate dell’entroterra ligure. I manifestanti si raduneranno già a Genova alle 12 per poi confluire a Serravalle Scrivia per un grande incontro indetto alle 14 in piazza Coppi. Classico corteo e gran finale per un pic-nic ad Arquata Scrivia per ribadire il concetto che loro del Terzo Valico non vogliono più sentir parlare. Previsti un migliaio di partecipanti stando alle previsioni della quarantina di gruppi e associazioni che hanno già aderito alla manifestazione. Immancabile la presenza degli ormai famosi sindaci della Val Susa che hanno risposto con prontezza al richiamo del comitato «NoTav Genova». Anche gli slogan sono già pronti: «Contro le grandi opere», «Fermare il terzo valico e la Tav si può», «L’ennesima grande opera inutile» sono le frasi ripetute con più insistenza nei siti dei promotori dell’iniziativa. Basta entrare nel sito del «Laboratorio sociale occupato Buridda» per capire quanto siano chiare le intenzioni dei centri sociali in merito al progetto. Il timore però è proprio quello che la contestazione sia, come di consueto, anche l’occasione per far confluire gruppi di contestatori di professione, dai no global agli anarchici, pronti se necessario ad alzare il tono dello scontro. Gli slogan e i propositi di rivolta però incominciano a creare anche un po’ di imbarazzo nelle file del centro-sinistra che continua a proclamare intenzioni diverse riguardo alla realizzazione di questi nuovi strategici canali di viabilità. Anche perché la gente, la popolazione, quindi anche gli elettori, è solo in minima parte formata da colore che alzano la voce. Addirittura adesso si stanno facendo sentire anche quei gruppi finora sempre pronti a porgere l’altra guancia e a subire le manifestazioni di protesta. Spavento all’idea del solito no a priori si legge infatti tra le righe di un primo comunicato diramato dai pendolari dell’associazione «Abbonati ICPlus Genova-Milano» che si chiedono il perchè di una manifestazione «per far rimanere Genova nell’ottocento» e manifestano il timore che senza il terzo valico «L’Italia resterà terzo mondo ferroviario». Non solo. Agli anti-Tav, i pendolari fanno una proposta provocatoria: «Perché non abolire anche l’attuale ferrovia e l’autostrada, con il contestuale avviamento di un servizio di carrozze a cavallo?» Quasi come fosse una sorta di soluzione provvisoria, intanto il governatore della Liguria Sandro Biasotti e la collega piemontese Mercedes Bresso hanno annunciato un progetto innovativo per collegare le due regioni su ferrovia.

Si tratta di un avveniristico treno senza guida per portare container dal porto di Genova in Piemonte, un sistema di autostrade regionali e la promozione turistica comune. Sono questi i punti di forza di una nuova alleanza tra le Regione Piemonte e Liguria, sancita ieri a Savona dai presidenti Mercedes Bresso e Claudio Burlando.

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