da Torino
Laula come agorà politica, la cattedra come pulpito per fare propaganda antisionista. Il tutto sintetizzato dalle seguenti parole: «Ahmadinejad ha ragione, Israele deve essere cancellato. Il mio ideale politico è Hezbollah». Una frase pronunciata da un fanatico revisionista? No, lautore sarebbe stato un «docente», un «educatore»: il professor Renato Pallavidini. Ad ascoltarlo, sbigottiti, gli studenti della prima F del liceo classico «Cavour». Sarebbe accaduto venerdì scorso, in occasione della Giornata della Memoria. Ora tutto è finito sul tavolo della preside Maria Clelia Zanini ed è probabile che lepisodio abbia uno strascico «ministeriale».
«È propaganda della sinistra che Israele sfrutta per rimanere impunito e giustificare tutte le porcate (sic) che ha fatto dal dopoguerra ad oggi, massacro dei palestinesi, guerra in Libano...», avrebbe detto Pallavidini. Inevitabile lindignazione di un gruppo di genitori che - come riferiva ieri La Stampa - ha scritto al capo distituto chiedendo di spiegare cosa stava accadendo.
Nella lettera, in particolare, si chiede che il professore - descritto dai ragazzi come «oscillante tra estrema destra ed estrema sinistra, a seconda dei momenti» - sia chiamato a rispondere delle sue affermazioni non solo perché «farneticanti, ma perché espresse dalla cattedra».
«Non ho fatto alcuna affermazione revisionista, ho affermato che la politica di Israele è criminale, come dimostra l'aggressione al Libano». Si difende così, interpellato dall'Adnkronos, Renato Pallavidini, il professore di storia e filosofia del liceo classico Cavour di Torino, accusato di antisemitismo per alcune dichiarazioni fatte a scuola durante l'ora di lezione nel Giorno della Memoria. «Inoltre - aggiunge - non ho assolutamente suggerito ai miei allievi di leggere il Mein Kampf di Hitler.
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