Rick Wagoner, fino a poco tempo fa tra gli uomini più potenti del mondo, è il top manager che ha ammesso, chiedendo pubblicamente scusa a milioni di persone, «di aver deluso e talvolta anche tradito i consumatori americani, lasciando che la nostra qualità andasse al di sotto degli standard industriali e che il nostro design diventasse poco attraente». Il mea culpa, apparso nelle scorse settimane come messaggio pubblicitario su Automotive News, si aggiunge al lungo periodo di reggenza che, di anno in anno, tra molti bassi e pochi alti, e subita lonta del sorpasso della Toyota sul tetto del mondo, ha condotto la General Motors a presentarsi con il cappello in mano davanti ai parlamentari di Washington. Eppure Wagoner, a cui Sergio Marchionne (Fiat Group) ha scucito 2 miliardi di dollari, vincendo di fatto il lungo braccio di ferro per rompere lalleanza, è ancora lì, seduto sulla poltrona più importante del Renaissance center, il grattacielo di Detroit a forma di tubo di scarico che ospita il quartier generale della General Motors. È come lammiraglio che vuole affondare con il suo Titanic. E, con lui, il resto del top management che nei giorni scorsi lo ha difeso a spada tratta dopo le pressanti richieste arrivate da Washington di abbandonare la plancia di comando.
Solo in agosto, in unintervista al Financial Times, lex giocatore di basket che ha scalato posizione dopo posizione la General Motors, aveva affermato che «il peggio dovrebbe essere ormai passato». Poi il coma profondo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.