
Ha solo 16 anni, forse 17. È sbarcata in Italia in mezzo alle migliaia di migranti in cerca di una nuova vita e poteva finire in un centro di accoglienza per profughi o a lavorare in nero nei campi. Invece è finita in un incubo peggiore, su una strada provinciale costretta a vendere il proprio corpo.
L'hanno salvata i carabinieri. Molti automobilisti di passaggio in questi mesi avranno approfittato di lei. Ma altri hanno telefonato alle forze dell'ordine per segnalare che questa volta a «battere» era una ragazzina. Venerdì sera i militari della stazione di Sedriano sono intervenuti nel territorio di Vittuone, non lontano da Milano. Lì, lungo la Provinciale 34, hanno trovato la giovane di origine nigeriana. Quando sono arrivati nel punto indicato per verificare la situazione, i carabinieri l'hanno trovata senza documenti. Ha dichiarato di avere 21 anni. Senza convincere troppo i militari, che l'hanno accompagnata al Policlinico di Milano per gli esami previsti in questi casi. L'età attestata dai medici è infatti tra i 16 e i 17 anni. In caserma la ragazza è stata tranquillizzata e ha raccontato la propria storia. Ha detto di essere arrivata a Lampedusa su un barcone la scorsa estate e di essersi poi spostata in Lombardia. A convincerla sono stati alcuni connazionali, con una trappola.
Le hanno promesso un lavoro onesto e invece l'hanno costretta a prostituirsi. Ora è in attesa che il giudice tutelare decida della sua sorte e intanto è stata affidata a una comunità. I carabinieri indagano per ricostruire il suo viaggio e per trovare le persone che l'hanno finora sfruttata.
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