Profumo dà un altro taglio alla rete Unicredit-Generali

Piazza Cordusio cede l’1% ex Capitalia. Il Leone compra la svizzera Banca del Gottardo

da Milano

Alessandro Profumo taglia un altro filo della rete azionaria che lega il grande Unicredit alle Assicurazioni Generali. A finire sul mercato sarà il residuo 1% di Trieste rimasto nelle casse del gruppo Capitalia, ormai confluito in Piazza Cordusio, con l’effetto di ridurre dal 4,5% a poco più del 3,5% la presa complessiva della superbanca sulla compagnia del Leone.
Malgrado la scadenza naturale fosse maggio 2009, Unicredit ha infatti deciso di anticipare il rimborso dell’ultima parte del prestito obbligazionario convertibile a suo tempo costruito dall’allora Capitalia come via di uscita dal gruppo assicurativo. Il passo indietro rientra tra le clausole poste dell’Antitrust per permettere la nascita del grande Unicredit. Dove resta l’impegno, più volte ribadito da Profumo, di accelerare anche sulla cessione del restante 3,5% di Trieste. Nel frattempo Unicredit ha applicato una clausola del contratto per anticipare il rimborso e completare il lavoro avviato da Capitalia che a maggio aveva già smobilizzato gran parte della propria quota dall’iniziale 3,6 per cento. Il passo indietro del gruppo romano non farà emergere alcuna plusvalenza nei bilanci di Piazza Cordusio, mentre a questo punto gli obbligazionisti potranno chiedere fino al 7 dicembre di convertire il proprio pacchetto di bond in azioni Generali.
In caso contrario, dodici giorni dopo, il 19 dicembre scatterà il rimborso in contanti (25,5 euro circa) ma la differenza di oltre 6 euro tra lo strike price e le attuali quotazioni di Generali (meno 0,84% a 31,83 euro il titolo in Piazza Affari) dovrebbe invogliare gli investitori a diventare soci del Leone. In attesa di conoscere il destino del presidente Antoine Bernheim che, sotto pressione da settimane per le aspre critiche del fondo speculativo inglese Algebris di Davide Serra, ha ieri portato il gruppo a rilevare ieri la Banca del Gottardo da Swisse Life. Un affare da un miliardo, promosso dalla gran parte degli analisti, che permetterà a Generali di diventare una delle principali realtà del private banking in Svizzera (60 miliardi di euro l’attività in gestione) fondendo la neoacquisita ticinese con la controllata Bsi.
Sciolti i legami dell’ex Capitalia, si separerà quindi definitivamente dal Leone l’intera Unicredit. Incassandone la relativa plusvalenza e semplificando il gioco di pesi e contrappesi in Generali tra Mediobanca (di cui Profumo è grande socio) e Intesa Sanpaolo.

L’ingresso in forze di Unicredit e Capitalia a Trieste era avvenuto nel 2003 quando le due banche, insieme a Mps (che ha poi passato la propria quota a Piazzetta Cuccia pur conservandone i diritti di voto), avevano eretto un muro in difesa dell’«italianità» delle Generali mentre spiravano venti di battaglia con i francesi di Vincent Bolloré su Mediobanca. Pochi mesi dopo l’avvicendamento in Piazzetta Cuccia tra Vincenzo Maranghi e Gabriele Galateri di Genola aveva però riportato la pax finanziaria.

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