Il Monte dei Paschi di Siena non ha nessunaltra alternativa alla realizzazione del piano industriale al 2015 presentato la scorsa settimana. Il presidente, Alessandro Profumo, lo ha ribadito nel corso di un incontro con il management di Antonveneta, svoltosi ieri a Padova. «Se va peggio di come stanno andando le cose, salta leuro, perciò non si poteva ipotizzare un piano B, che non abbiamo preventivato perché contiamo sul fatto che leuro non salti». Il business plan del Monte, infatti, è caratterizzato, a differenza di quelli dei concorrenti, da uno scenario macroeconomico recessivo che comporta, già di per sé, una diminuzione prospettica dei ricavi dellistituto di Rocca Salimbeni allinterno del suo orizzonte.
Il presidente non è invece sceso nei particolari del processo di integrazione delle controllate. Un tema molto sentito a Padova, cuore della banca «creata» da Silvano Pontello e poi finita nellorbita senese. «Mps vuole essere multilocale», ha specificato Profumo, il quale ha sottolineato la volontà di «preservare il marchio Antonveneta misurando lapprovazione del marchio stesso». Occorrerà, perciò, una misurazione accurata. «In alcuni territori il brand ha un valore e si tratterà di capire quantè questo valore, anche perché tra i pregi di Mps vi è la capacità di essere molto radicati sul territorio, e so quanto valore ci sia in Veneto». Occorrerà perciò conciliare la conservazione del marchio Antonveneta con la filosofia del «brand unico» che lo stesso Profumo ha illustrato giovedì scorso alla deputazione generale della Fondazione Mps e al suo presidente Gabriello Mancini. Uniniziativa, che secondo lex ad Unicredit, può sprigionare «fortissime potenzialità». E daltronde la realizzazione del piano è lunica strada «per continuare a garantire un futuro alla Fondazione e lindipendenza della banca». Ecco perché, come ha spiegato lad Fabrizio Viola al Corriere, nellottica del futuro aumento di capitale da un miliardo si guarda ai fondi sovrani piuttosto che a una partnership con un istituto estero. Per quanto riguarda il capitolo Tremonti-bond, invece, lintenzione è quella di pagare la cedola al Tesoro in azioni solo questanno, mentre dal 2013 è atteso linizio della procedura di rimborso.
Ieri, intanto, il Monte ha concluso lo swap tra vecchi bond subordinati e nuovi titoli senior.
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