Quando parte la musica di Con le mani di Zucchero, a mò di Sarabanda, il quiz televisivo di Enrico Papi in cui bisognava azzeccare il titolo di una canzone a partire dalle prime note, Alessandro Profumo la indovina subito. Insomma, quando lascerà «la guida operativa di Unicredit, a sessantanni», il superbanchiere ha un futuro da campione televisivo.
Però, le domande successive, sul palco del teatro Modena di Genova - dove è ospite nellambito del ciclo Le parole tra noi, organizzato dalla Fondazione Edoardo Garrone, straordinaria promotrice di cultura, e dal teatro dellArchivolto in cui personaggi noti raccontano le loro passioni letterarie e musicali - sono più difficili. Soprattutto, sono più difficili perché la conduttrice della serata è Giovanna Zucconi, autrice Rai, moglie di Michele Serra e beniamina di un certo tipo di salottino buono di sinistra, dove certamente Profumo non si trova male. Anzi.
Messo in soffitta il Che, con il suo «Bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza», Profumo è praticamente il manifesto di come si può essere teneri senza mai perdere la durezza. Insomma, il perfetto esempio di banchiere globale che però non rinuncia allimpegno diretto, come quando si mise regolarmente in coda per votare alle primarie del Partito democratico. Fra laltro, anche dal palco del teatro genovese cita in continuazione, con occhi che sprizzano amore - e a distanza di trenta e più anni è qualcosa di davvero tenero e bello - sua moglie Sabina. Che del Pd è unattivista pasionaria.
Eppure, anche se Profumo è Profumo, laroma stavolta è diverso. Perché Giovanna Zucconi più volte prova a stuzzicarlo sullinadeguatezza del governo e il numero uno di Unicredit - pur senza fare mai nomi, né di partiti di governo, né di forze di opposizione - schiaccia a terra gli assist dialettici dellintervistatrice. Ad esempio, quando lo tira per la giacca (elegantissima e piegatissima) per fargli attaccare i tagli alluniversità: «A mio parere - butta lì felpato - occorre fare un ragionamento più sofisticato. Ad esempio, tagliare sul fatto che ci sia ununiversità in ogni provincia, è una cosa giusta. Con questo proliferare di atenei, i ragazzi non si allontanano da casa, che faceva loro bene, e non si raggiunge leccellenza da nessuna parte. Insomma, credo che da parte di tutti, e ribadisco da parte di tutti, occorra anteporre il pensiero agli slogan».
E già qui siamo nei dintorni di un Profumo inebriante. Ma laroma del Profumo riformista è ancora più forte quando si parla di sindacati: «Pensate che io sono sempre stato considerato il banchiere amico dei sindacalisti e ritengo abbiano avuto un ruolo importantissimo e decisivo nella redistribuzione della ricchezza. Ma, a un certo punto, non sono riusciti a capire che la società cambiava e sono rimasti a fare la guardia al bidone vuoto». Segue la descrizione del più grande fallimento della sinistra negli ultimi ventanni, la difesa dei già tutelati che lascia completamente scoperte le nuove generazioni, con unevoluzione nulla del sistema contrattuale: «A tratti mi chiedo se difendano il lavoro o difendano il posto fisso».
Giovanna Zucconi si lascia trasportare dal nuovo Profumo («mi fai riflettere»), mentre dalla platea suo marito Michele Serra sembra meno convinto e il patron della serata Duccio Garrone si gode il colpaccio mediatico, quasi un bis della Champions della sua Sampdoria: «Ottimo - sorride linteristissimo Profumo - anche perché vincendo a Roma ci avete dato una grossa mano per lo scudetto». Poi si parla di libri e canzoni: «Leggere mi aiuta nel mio lavoro. Ad esempio, un libro dellautore ebreo Potoc mi ha accompagnato quando abbiamo firmato loperazione con i tedeschi».
E fra Zucchero e Ma come fanno i marinai di Dalla e De Gregori, cè spazio anche per ridere. La Zucconi, dovendo descrivere qualcosa di potenzialmente noiosissimo, dice: «Immagino una riunione dellassociazione banchieri europei. Esiste?». Profumo la gela sorridendo: «Sono il presidente».
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