Profumo «scopre» le sinergie con Capitalia

L’ad di Unicredit: «Sono allo studio». Bouton: «SocGen da sola»

Profumo «scopre» le sinergie con Capitalia

da Milano

La strada di una fusione tra Unicredit e Capitalia inizia sotto buoni auspici: la banca milanese studia le sinergie potenziali di un’aggregazione con quella romana. Lo ha detto l’ad di Unicredit Alessandro Profumo, parlando delle opzioni e dei dossier aperti che riguardano anche la francese Société Generale, nel corso di una conferenza a New York organizzata ieri da Ubs.
Profumo ha rilevato che eventuali problemi alla chiusura di un accordo «italiano» sono più legati alla natura industriale e tecnica che a questioni politiche. E ha inoltre aggiunto che l’operazione sarebbe decisamente più lineare rispetto ai problemi che nascerebbero da un’aggregazione con SocGen. Mentre è da escludere un’eventuale fusione a tre: per il banchiere le operazioni importanti è meglio farle «una per volta».
Il mercato ha dato ampio credito a UniCapitalia, con il titolo romano salito dell’1% a 7,54 euro, tra scambi del 4% del capitale. Stabile Unicredit a 7,46 euro, mentre SocGen è scesa a Parigi del 2%. Nel corso dell’assemblea di ieri della banca francese, il presidente Daniel Bouton aveva smorzato le dichiarazioni pro-Unicredit dei giorni scorsi spiegando che SocGen «non sta negoziando con alcuna banca: un’aggregazione non è per noi né urgente né indispensabile». Anche per questo, mettendo insieme tutti gli elementi della giornata di ieri, l’impressione che la pista giusta sia la Milano-Roma prende sempre più quota. Verso la nascita di un gruppo da oltre 90 milardi di capitalizzazione, secondo in Europa dietro a Hsbc e al pari di Ubs e Rbs. Mentre Intesa Sanpaolo, che con l’acquisizione di Carifirenze sta per raggiungere quota 80 miliardi, tornerebbe a al secondo posto in Italia.
In ogni caso l’operazione non dovrebbe avvenire in tempi record. Il nodo Mediobanca, in cui Unicredito e Capitalia messe insieme controllerebbero quasi il 20% e dovrebbero scendere, andrà risolto di concerto con i soci francesi (che hanno il 10%). E ci vorrà del tempo. Oltre a considerare gli eventuali «siluri» vaganti. Come quello lanciato ieri da Giuseppe Guzzetti, presidente della Cariplo, ma anche dell’Acri: «Mi sembra di capire che le Fondazioni azioniste di Unicredit sono favorevoli ad una fusione con Societè Generale».
L’operazione, anche se Profumo nega la problematica «politica», nascerebbe sotto i buoni auspici dell’attuale governo. «In linea di massima sono favorevole a questo dinamismo» ha commentato Romano Prodi a proposito delle ipotesi sul nuovo risiko, aggiungendo che sarebbe stato meglio se «fosse avvenuto prima». E la mossa del presidente di Capitalia, che ha chiamato un banchiere prodiano come Claudio Costamagna per la consulenza sulle alleanze, riequilibrando l’immagine di Capitalia come quella del gruppo bancario più distante da premier, sta dando i suoi frutti.
In proposito, notano a Roma, il lavoro di Costamagna in chiave Unicredit è appena iniziato. E anche per questo i tempi potrebbero essere medio-lunghi.

Mentre l’amministratore delegato, Matteo Arpe, parteciperà anch’esso all’eventuale fase operativa della trattativa, come previsto dalla governance del gruppo, ancorché da poco riveduta e corretta. Il prossimo appuntamento rilevante potrebbe essere il cda di Capitalia di lunedì o martedì prossimo.

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