Il progetto Genoa aspetta Preziosi

Il progetto Genoa aspetta Preziosi

Paola Balsomini

Fondazione Genoa, il mistero non sarà svelato nemmeno questo pomeriggio. Enrico Preziosi aveva già detto e ripetuto di essere pronto a «scindere» le sorti del Grifone da quelle del suo presidente, attualmente agli arresti domiciliari. Il progetto però si è complicato proprio nelle ultime ore, e cioè quando è arrivato il provvedimento cautelare per il Re dei Giocattoli. «Comunque si procede» avevano detto gli avvocati Sergio Maria Carbone e Andrea D’Angelo, che ieri è salito in macchina, direzione Desenzano per incontrare il patron rossoblù (che ha chiesto il trasferimento in un’altra abitazione, più vicina alla sede dell’azienda) e mettere insieme gli ultimi dettagli. Ma alla fine si è deciso di attendere: «Perchè questo progetto è il mio - ha detto Preziosi all’emittente televisiva Telecittà - e dovrò essere io a presentarlo. Purtroppo per ora mi è impedito». E non ci sarà nemmeno alcun versamento a fondo perduto di un milione di euro da parte dell’azionista di maggioranza del Genoa. L’unico modo per distaccare la società da Preziosi sembra essere quello di una «cessione» ad un’altra holding che si ritroverebbe in possesso del pacchetto azionario attualmente in mano alla Fingiochi, società dello stesso Preziosi.
Per il momento quindi non ci sarà nessuna «Fondazione», termine giornalistico certamente affascinante, ma difficile da realizzare in una situazione di questo tipo, anche se Preziosi ha completa libertà di manovra, visto che la Procura di Como non ha disposto alcun sequestro dei beni. E proprio ieri mattina c’è stato l’interrogatorio presso il tribunale di Brescia davanti al gip Elisabetta Pirazzi. Interrogatorio brevissimo (otto minuti), ma accompagnato da momenti di tensione con un fotografo all'ingresso in tribunale: «Non mi sono offerto - spiega Preziosi - di essere fotografato, nemmeno nella mia villa in tuta. Non me ne sono accorto, ma vorrei dire che mi sto allenando per poter correre di nuovo sotto la Gradinata». Preziosi all’interrogatorio non ha riferito nulla di nuovo, rimandando a quanto già dichiarato nei precedenti interrogatori davanti agli inquirenti di Como. All'esterno del tribunale c'è stato l'episodio riferito da un fotografo, che ha dichiarato di essere stato allontanato in maniera molto brusca, con una violenta manata, dal numero uno del Grifone.


Preziosi intanto ha ribadito che non ha nessuna intenzione di mollare il Genoa: «Dimostreremo che ciò che è stato scritto è privo di fondamento, perchè il Genoa è una società molto solida, molto più di quanto lo era dieci anni fa».

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