Il progetto di Giulio: puntare sul mattone per rilanciare la crescita

RomaVia i veti delle regioni al piano casa, quello che prevede gli ampliamenti delle cubature, e poi, in tempi brevi, una semplificazione della «Scia», la segnalazione certificata di inizio attività che ha recentemente sostituito la vecchia Dia. Ma che, evidentemente, per il governo non ha semplificato abbastanza la vita a proprietari di casa e costruttori. Poi un rilancio degli appalti pubblici e altre misure studiate per rilanciare l’economia a partire dal mattone.
Se mercoledì Giulio Tremonti aveva parlato per enunciati generali, ieri - a porte chiuse e con un pubblico più che specializzato quale è l’assemblea del Consiglio nazionale geometri - ha abbozzato un piano. Senza dettagli, ma con contorni precisi e una scadenza vicina. Le prime misure per lo sviluppo dovrebbero arrivare i primi giorni di maggio via decreto legge e comprendere una soluzione che, dentro i limiti imposti dalla Costituzione, dovrebbe sbloccare il freno a mano, se non la retromarcia, che molti governatori hanno messo al piano casa.
Le proposte ieri filtravano direttamente dai geometri, soddisfatti in particolare per la «soluzione istituzionale» che il governo ha studiato per fare in modo che il piano sia attuato in tutto il Paese in modo omogeneo. Un meccanismo che, nei limiti della legge, supererà i vincoli posti dalle Regioni. I governatori dovranno recepire, pena la cosiddetta clausola di cedevolezza - cioè il potere sostitutivo del governo centrale nei confronti dei poteri locali inadempienti - la possibilità per i proprietari di ampliare la cubatura degli immobili del 20% o del 30% in caso di abbattimento e ricostruzione.
In arrivo anche la semplificazione della «Scia». La «segnalazione certificata d’inizio attività» prevista dall’ultima finanziaria e che ha sostituito la vecchia Dia. Era stata introdotta nella finanziaria solo per l’avvio di attività commerciali e produttive, ma poi era stata estesa anche all’edilizia, suscitando le proteste delle opposizioni. Tremonti - hanno riferito i geometri - ha annunciato un’ulteriore semplificazione insieme ad altre misure «che potrebbero rilanciare l’economia del settore costruzioni». Ne fanno parte norme per il rilancio degli appalti dei lavori pubblici, che, mettano al centro imprese edili e i tecnici, «piuttosto che - ha riferito l’organismo dei geometri - gli uffici legali che intasano i tribunali amministrativi». A questo proposito il ministro ha confermato che saranno posti limiti alle riserve nel meccanismo degli appalti pubblici.
Anticipazioni accolte con favore dagli addetti al settore. Il presidente del consiglio nazionale dei geometri Fausto Savoldi, ha garantito l’impegno della categoria «per cogliere tutte le opportunità offerte dai finanziamenti europei e per le quali già 6.500 geometri hanno manifestato il loro interesse». Mentre Tremonti ha ribadito cosa pensa dell’uso delle risorse europee: la loro gestione deve essere centralizzata. E questa è una delle principali ricette per superare il dualismo Nord - Sud.
Confermate anche altre misure come l’istituzione dei distretti turistici e l’accelerazione degli investimenti pubblici grazie ad altre misure anti-veto, come l’introduzione delle percentuali fisse per le «opere compensative» richieste dalle amministrazioni locali sui cui territori viene progettata un’opera pubblica.
In generale il messaggio del ministro ai rappresentanti di un settore che per l’economia italiana è importante, ma che ha subito più di altri i contraccolpi della crisi, è improntato all’ottimismo. Lo spunto, è la situazione dei conti e la mini correzione annunciata dallo stesso Tremonti che ieri le opposizioni hanno giudicato insufficiente. Sui conti, «non siamo messi male».

Il debito pubblico va tenuto sotto controllo, ma noi italiani «tendiamo ad autopenalizzarci», è la tesi del responsabile di via XX settembre. L’economia reale italiana, insomma, «va meglio rispetto a quello che si dice». E l’attesa frustata per farla andare meglio, partirà dalla casa.

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