Roma

«Progetto inverecondo: la Cdl doveva fermarlo»

Vittorio Sgarbi: «Non è una teca per proteggere l’altare ma un’opera autonoma per la gloria di Meier e del sindaco»

Massimo Malpica

«Non ho cambiato idea. Ho osteggiato questo progetto quando ero al governo e lo farei ancora oggi: quello che si inaugura stasera non è certamente il “contenitore” di un monumento, ma una vergogna davanti al mondo e un affronto alla millenaria civiltà di Roma». Vittorio Sgarbi, contrario al progetto per l’Ara Pacis di Richard Meier fin dall’origine, come al solito non usa mezzi termini per stroncare l’opera che ieri sera è stata «preinaugurata» da Walter Veltroni, ma che sarà completata soltanto nella primavera del prossimo anno.
Dopo nove anni di gestazione la nuova «teca» viene svelata in pompa magna. Il viceministro Martusciello scrive a Veltroni per lamentare lo scarso dialogo tra Campidoglio e ministero. E l’ex capo di gabinetto di Rutelli, Roberto Giachetti, gli manda a dire che, se problemi o «gelosie» ci sono stati, sono da addebitare al governo Berlusconi. E in particolare a lei.
«Giachetti ha poco da fare lo spiritoso, perché le contraddizioni intorno a questo progetto inverecondo sono quasi tutte interne alla sinistra, e basta chiedere a Fuksas o a Gregotti che cosa pensano di questa specie di pizzeria o pompa di benzina che dir si voglia. Comunque è anche grazie a Martusciello e a Urbani che l’Ara Pacis, monumento di proprietà dello Stato, è divenuto uno strumento per la gloria di Veltroni, Rutelli e Meier. Opporsi al progetto era stata una battaglia qualificante del centrodestra nella Capitale. Quando la Cdl è arrivata al governo, avrebbe dunque dovuto appoggiare questa battaglia, ma invece è stata incapace di affermare una posizione che era giusta non per partito preso, ma in assoluto».
Lei cosa avrebbe fatto?
«Avrei portato avanti la soluzione che ancora ritengo essere la scelta più sensata. Portar via di lì l’Ara Pacis, sistemarla al Museo delle Terme e impedire che un bene dello Stato venisse utilizzato per fare un monumento del comune e per arricchire Meier. Se poi Veltroni voleva costruire lo stesso quella pompa di benzina progettata dall’architetto americano poteva farlo, ma almeno salvando l’Ara Pacis».
Be’, la teca di Richard Meier dovrebbe essere un «contenitore» per il monumento di Augusto come lo era quella di Vittorio Morpurgo, ma più moderno e protettivo.
«Sì, peccato che l’Ara Pacis sia un cubo e l’opera di Meier abbia un volume dieci volte superiore. Un particolare che chiarisce come l’obiettivo non fosse creare una teca per l’altare, ma realizzare un’altra opera. Non è certo una struttura di protezione, ma un monumento tutto nuovo che nasconde quello antico».
Veltroni ha annunciato che, al posto del moderno obelisco che doveva completare il complesso di Meier, verrà installata una colonna romana.
«Appunto: si usa la civiltà antica per la gloria di Meier e del sindaco.

E usando come “scusa” un patrimonio dello Stato».

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