«Liberare dalla prigionia della pressione mediatica che oggi hanno i ragazzi. Pressione che altera la reale visione del loro presente e futuro, attraverso la riscoperta del "valore lavoro"». Una finalità ambiziosa quella dell'associazione volontaria «Vorrei che fosse» che ha lanciato l'iniziativa nazionale «Vorrei che fosse. Progetti per gli adulti di domani», che prende il via in alcune scuole medie genovesi e della provincia, per essere poi estesa entro aprile ad alcuni istituti della Campania. Un vero e proprio patto per rilanciare fra gli studenti l'incontro con il mondo del lavoro e con la cultura della responsabilità, contro i disvalori e i disorientamenti provocati dall'ideologia del «successo facile».
Il progetto, presentato ieri mattina nella Sala del Capitano a Palazzo San Giorgio, decollerà ufficialmente lunedì nella scuola media Golfo Paradiso nella sezione associata di Bogliasco e considerato il valore educativo ha ottenuto subito il benestare dei rappresentanti del mondo del lavoro, dell'impresa, della società civile e della Chiesa. «La società in cui viviamo propone modelli di successo e simbolismi sempre più distanti da quella cultura del lavoro sulla quale si è plasmato storicamente il nostro paese e che non casualmente è elemento identificativo della Costituzione repubblicana - ha spiegato il suo ideatore Giulio Dapelo -. "Vorrei che fosse
" non ha la pretesa di essere un piano formativo; mira piuttosto a creare un punto di contatto importante e potenzialmente foriero di risultati fra i giovani e il lavoro, proponendo modelli culturali attraverso un linguaggio affine agli stessi ragazzi». Il progetto verte infatti su un programma di incontri interattivi, nel corso dei quali professionisti specializzati in formazione, proporranno agli studenti delle scuole medie inferiori alcuni stimoli attinenti il valore del lavoro, quale collante sociale e molla per la costruzione di un diverso percorso di vita. «Un ciclo di incontri che conta di insinuare almeno il ragionevole dubbio all'interno di una cultura dominante del successo, che tende ad affermare fra i giovani, valori di vita contrari rispetto a quelli tradizionali, dove il concetto "fatica" sembra essere scomparso», ha continuato Dapelo.
Tre le tematiche che coinvolgeranno gli studenti in classe: «Il lavoro. Un gioco da ragazzi da prendere sul serio»; la sceneggiatura del futuro lavoro «Come mi vedo da grande»; «Il lavoro. Insegniamo a insegnarlo» e a conclusione una quarta giornata sarà dedicata alla testimonianza di un personaggio famoso, che metterà in evidenza come qualsiasi risultato, anche artistico o sportivo, sia frutto di impegno, lavoro e preparazione. «Ho colto molto volentieri la richiesta di ospitare la presentazione del progetto qui nella sede del Porto - ha dichiarato soddisfatto Luigi Merlo presidente dell'Autorità Portuale -. I dati, di quest'ultimi giorni, indicano che la disoccupazione giovanile è quasi al 30 per cento. È l'emergenza del paese che va combattuta anche grazie al rilancio della qualità e della percezione del lavoro dei giovani. È lodevole questo tipo di iniziativa; in qualche modo rappresenta un'inversione di tendenza, che restituisce valore e considerazione alle nuove generazioni. Il lavoro deve allontanarsi dal concetto del "facile arricchimento" e tornare invece a essere operativo, diretto e di tradizione, come il lavoro portuale».
Il progetto - che ha ottenuto il patrocinio del Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, della Regione Liguria, Confindustria Liguria e di Unimpresa - è stato salutato con entusiasmo anche dalla Chiesa con le parole di monsignor Luigi Molinari.
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