Un programma che cancella cinque anni di lavoro di giunta Vincenzi, un concitato dibattito pubblico ed un percorso lungo anni per arrivare alla progettazione definitiva e realizzazione della principale infrastruttura per gomma che Genova attende da decenni. Cinquanta pagine scritte in maniera fitta che troppo spesso si perde in discorsi poco chiari sulle idee per il futuro della città, senza proporre soluzioni. È questo il programma di Marco Doria che, come spesso succede alle coalizioni di centrosinistra, è il frutto di «collage» tra le posizioni differenti dei partiti alleati sui temi più disparati.
La cosa che emerge con maggiore chiarezza è che non esiste nessun tipo di retromarcia sul progetto Gronda, dopo le dichiarazioni pre primarie nelle quali Doria sosteneva linutilità dellopera: «Se la valutazione di impatto ambientale sul progetto sarà negativa non sarò felice ma prenderò atto delle osservazioni, se sarà positiva - precisa Doria - ci riserveremo comunque di valutare se è opportuna e compatibile». Parole che possono riassumersi in un concetto: non si farà mai. No alla Gronda e sostegno ad altre opere che Doria considera complementari come la strada a mare del Ponente, il nodo viario di San Benigno e il nodo ferroviario.
Raccolta con freddezza anche la politica sui ciclo dei rifiuti portata avanti dallattuale giunta di centrosinistra. Nel programma di Doria via libera al polo impiantisco di Scarpino immaginato da Marta Vincenzi, ma ridimensionato al solo ciclo a freddo. Idee chiare sulla moschea: «Sono più di 20 anni che viene negato ai musulmani un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione italiana, nonché dichiarazioni e convenzioni internazionali: il diritto di culto. La costruzione della moschea ripristina un diritto che va garantito anche come segno di civiltà». Doria spiega che ogni scelta verrà discussa con la comunità musulmana e una decisione definitiva verrà presa in tempi brevissimi: «Va bene la zona del Lagaccio, è un progetto valido e non improvvisato che non è in contrapposizione alle esigenze del quartiere». Passaggio anche sullImu, laliquota sulla prima casa che da giugno colpirà i genovesi: «I tagli attuati dal Governo potrebbero costringere lamministrazione comunale a interventi sui tributi ma non sono in grado di quantificare laumento».
«Una Treccani di demagogia e parole senza concretezza» è stata questa la reazione dellavversario Pierluigi Vinai, sostenuto dal Pdl, commentando il programma di Doria: «Parole vaghe, tante frasi senza progetti, con persino una nuova marcia indietro sulla costruzione della Gronda. Il Milione lha già scritto Marco Polo». Anche Enrico Musso usa lironia: «Sulla Gronda non essere grondivago. È il momento delle decisioni».
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