La terza parola è federalismo e già nellincipit cè la garanzia che gli aiuti sociali dora in avanti saranno distribuiti «secondo criteri di residenza e rispetto della legalità». E nelle quattordici paginette del programma elettorale Letizia Moratti non cita mai la parola Ecopass, tanto odiata dai leghisti. Il ticket rientra genericamente tra i «progetti di mobilità sostenibile». Il programma per la ricandidatura a Palazzo Marino chiuso ieri con lultimo vertice Pdl-Lega a casa del sindaco ha un sapore molto padano. Gli esponenti del Carroccio sostengono addirittura che «almeno 64 dei cento punti» sono proposte loro. Compreso il progetto per far rinascere la Darsena come porto turistico. Il vicepresidente della Camera del Pdl Maurizio Lupi ridimensiona e assicura che «è stato fatto un buonissimo lavoro da parte di tutti, cè stata grande condivisione». E soprattutto, precisa la Moratti scesa per ultima dallincontro a cui hanno partecipato il segretario provinciale della Lega Igor Iezzi, il capogruppo Matteo Salvini, il coordinatore dei progetti del Carroccio Marco Giachetti, Lupi e il commissario cittadino del Pdl Luigi Casero, «è un programma ancora aperto, queste sono le nostre proposte ma prima di presentarlo raccoglierò i contributi dei cittadini». Il 2 aprile infatti dovrebbe tenersi - forse al Teatro Nuovo - la kermesse con il premier Silvio Berlusconi per la presentazione dei cento progetti già realizzati dalla giunta Moratti nei cinque anni di mandato. Quelli che sono riassunti anche nel libretto che da qualche giorno il sindaco ha cominciato a spedire nelle case delle famiglie. Ma il 2 «non sarà ancora loccasione per il lancio del programma, lo farò più avanti» conferma la Moratti. Perchè lo stesso giorno apriranno i gazebo in città, dove i milanesi troveranno anche una scheda su cui indicare le loro priorità, o le piazze e i quartieri che hanno bisogno per primi di un restyling. La mappa delle riqualificazioni infatti è già disegnata nel programma, tra i lavori più urgenti vengono citati ad esempio De Angeli, Wagner, piazza SantAlessandro, via Larga-Bergamini, piazza Del Carmine, San Simpliciano. Ma dopo le segnalazioni dei milanesi lelenco potrebbe essere corretto.
«Grazie al federalismo» comincia il programma, «aumenteremo i servizi sociali e la cultura senza gravare sui cittadini e senza mettere la tassa di soggiorno. Attribuiremo i fondi secondo criteri di residenza e rispetto della legalità». Una risposta alla richiesta di un tetto ai servizi per gli immigrati che arrivava sia da Lega che da Pdl, anche se il Carroccio assicura che «ora la voce è generica, se le urne ci daranno ragione pretenderemo delle quote molto rigide».Per le case popolari la proposta è 10 anni di residenza o 5 di lavoro in regola e senza reati, la Lega lo metterà anche nel programma nazionale. E passa anche il quoziente familiare proposto dai pidiellini, tariffe comunali più basse per chi ha più figli ma anche per le nuove fragilità (famiglie che vivono con anziani, disabili, per genitori in attesa di un bimbo o single e per le vedove).
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