Gianni Pennacchi
da Roma
È scambio a pallettoni infuocati, dopo la promessa lanciata a Sorrento da Silvio Berlusconi di dare una casa a tutti gli italiani, anche a quel 19% di famiglie povere che ancora non ce lhanno. Nella prossima legislatura e sempre che il premier rivinca, ovviamente. Ma a tanto e sì solenne impegno del leader della Cdl, Romano Prodi ha reagito con scherno, provocando la reazione sdegnata di Forza Italia e della maggioranza.
La campagna elettorale sinfiamma e va già oltre i normali limiti della polemica politica. Peccato in verità scansato da Piero Fassino, che si è limitato a rimproverare: «Bisogna evitare di fare della propaganda, di annunciare nuovi miracoli che poi non si faranno, di lanciare degli spot pubblicitari», perché la casa «è un problema serio», soprattutto per chi non ce lha. «Sono cinque anni che Berlusconi usa questo metodo», conclude Fassino, «e ha perso tutte le elezioni che si sono svolte dopo il 2001. Se parte così, rischia di battere il muso anche questa volta».
Prodi invece, ha dato il via alla tracimazione. Era anchegli, come Fassino, ad una manifestazione ulivista sulle colline fiorentine, e pressato dai giornalisti che gli sbandieravano quel «case a tutti i poveri» di Berlusconi, il leader dellUnione non sè risparmiato la battuta: «Intanto, la casa ha iniziato a darla ai ricchi, a se stesso... Chi ben comincia è a metà dellopera». Ed essendogli piaciuta, poi alla tribuna ha continuato: «Berlusconi dice che costruirà case per tutti. Vuol dire che allora partirà tutta una grande attività edilizia: Lunardi con i tunnel, Berlusconi con i cactus e DellUtri con portinai e stallieri». Più tardi e serio, Prodi ha spiegato che la promessa di Berlusconi «si basa sullinconsistenza totale», perché «ledilizia sociale italiana è ai livelli più bassi in Europa, siamo ultimi insieme alla Spagna», e poi perché impostare una seria politica della casa «significa riprendere in esame tutti i modelli di vita urbana, fare un serio discorso sullo sviluppo delle nostre città, bloccare o cercare di diminuire lenorme differenza che si è accumulata tra ricchi e poveri».
Ma ormai le polveri erano accese, pur se la replica che il premier ha prontamente affidato al portavoce Paolo Bonaiuti suonava contenuta: «Anche davanti alle peggiori calunnie restiamo liberali e ottimisti: speriamo che nel deserto di idee di Prodi spunti un fiore di cactus». In Forza Italia però, sè levata la voce di Isabella Bertolini, vice capogruppo alla Camera, a stigmatizzare le «squallide offese», l«infimo grado di squallore» e l«inciviltà politica» di Prodi. Anche Renato Schifani, capogruppo dei senatori forzisti, se lè presa con le «espressioni deliranti», le «falsità» e le «battute di pessimo gusto», del leader dellUnione. Il più colpito da quelle battute, Marcello DellUtri, si è limitato a commentare: «Mi pare che le sue parole lo qualifichino da solo. Sinceramente, quello che Prodi dice, a me non interessa proprio. Andate a chiedere in Europa, chi è Prodi».
E dallEuropa ecco Antonio Tajani, capogruppo degli europarlamentari forzisti: «Prodi ha perso la testa. Solo chi non è un leader scende così in basso come ha fatto il Professore. Le sue ultime affermazioni su Berlusconi, Lunardi e DellUtri dimostrano quale sia il livello di un signore che ha fallito dovunque è andato». Più argomentata risuona la dichiarazione di Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia: «Capiamo che a Prodi e Fassino dia fastidio questo nuovo tipo di impegno che Berlusconi ha manifestato verso le emergenze primarie delle aree sociali più deboli. Ma lannuncio di Berlusconi è in coerenza con quanto fatto dal governo della Cdl attraverso la riduzione delle tasse e lestensione della no tax area a 12 milioni di cittadini». Secco infine, il coordinatore Sandro Bondi: «Prodi critica tutto ciò che è buono. Se uno dice nero, lui dice bianco, e viceversa. Non è così che si fa politica: non cè bisogno di offendere gli avversari, soprattutto su una proposta di buon senso come questa».
Appoggio a Berlusconi anche dagli alleati, ovviamente. Per Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera, Prodi e la sinistra «dimostrano di disprezzare un tema socialmente rilevante come quello della casa.
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