Il programma Sanità e meno tasse gli assi nella manica

PERICOLO Basta conversare con chi viene intercettato per ritrovarsi sotto controllo e magari indagati

RomaPassato inosservato a causa del pasticcio delle liste e delle inchieste giudiziarie ormai puntuali ad ogni appuntamento elettorale, il programma in 6 punti studiato da Silvio Berlusconi per convincere i cittadini a votare Pdl riserva almeno due assi nella manica: primo, l’impegnativa promessa di abbattere i tempi delle liste d’attesa per gli esami sanitari; secondo, una «riduzione delle tasse regionali sulla famiglia». Parola del premier in persona. Nessun retroscena: è tutto scritto nero su bianco nell’inserzione acquistata dal leader del Pdl su alcuni quotidiani per mobilitare i sostenitori in vista della manifestazione di sabato a piazza San Giovanni.
Sotto la foto del Cavaliere e il simbolo del Pdl con la scritta «Berlusconi presidente», campeggia lo slogan della piazza, lontano anni luce dagli slogan visti nei cortei della sinistra: «L’Amore vince sempre sull’invidia e sull’odio». Seguono la data e il luogo dell’appuntamento con i sostenitori del centrodestra: domani alle 17, in piazza San Giovanni a Roma. Ancora più in basso, la scritta: «Silvio Berlusconi e i 13 candidati presidenti sottoscrivono gli impegni comuni a tutte le regioni». Un vero e proprio contratto con i cittadini delle Regioni al voto, che gli aspiranti governatori dovranno sottoscrivere sul palco della manifestazione.
Ma ecco i sei impegni concreti con gli elettori. Primo: «Attivazione del piano casa del governo». Secondo: «Più verde, più piste ciclabili»; Terzo: «Meno burocrazia: impresa in un giorno». Fin qui, tutto già annunciato dal premier nel corso dei diversi comizi in giro per l’Italia. Il quarto punto, invece, annuncia una svolta per milioni di italiani alle prese con le inefficenze del sistema sanitario: «Liste d’attesa esami medici ridotte a 7 giorni».
Un impegno inedito, che «rischia di essere rivoluzionario almeno quanto l’abolizione dell’Ici annunciata da Berlusconi nell’ultimo confronto televisivo con Romano Prodi nel 2006 - rivela un dirigente del Pdl - per non parlare dei costi che avrebbe la sua applicazione». Il modello di riferimento è quello lombardo, spiega un altro deputato di peso di via dell’Umiltà, e si basa sulla «necessità di abbattere i tempi degli esami anche grazie all’ausilio delle strutture private».
Il quinto punto nel programma elettorale del capo del governo è il «potenziamento della polizia locale». Un tema molto sentito dai cittadini, sempre sensibili al problema della sicurezza. Il sesto punto è un’altra notizia: «Meno tasse regionali sulla famiglia». Cinque parole che il premier, almeno finora, non ha mai pronunciato e che sono tutte da decifrare.

Il modello, spiega un parlamentare del Popolo della libertà che si occupa della campagna elettorale, è sempre quello lombardo e prevederebbe una serie di misure concrete - sgravi o detrazioni - per «rimodulare la pressione fiscale regionale», in modo da ridurla per chi ha una famiglia a carico. In altre parole, si tratterebbe di un vero e proprio «quoziente familiare» da applicare a livello regionale.

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