Fabrizio Aspri
da Roma
Fari accesi sul ruolino di marcia della Roma. Alla voce «prossimi turni» figurano i nomi di Atalanta, Valencia, Lazio e Palermo. Un poker da far tremare i polsi. Una corsa ad ostacoli indispensabile per raggiungere il traguardo della continuità. L’Inter, duellante blasonata e in vena di imprese, controlla a distanza Spalletti e truppa. Si alzi il sipario sui quindici giorni di fuoco. I numeri parlano chiaro: dal due al diciassette dicembre, una Roma zeppa di diffidati e alle prese con la panchina corta, si gioca una fetta di prestigio. «È un periodo delicato – dichiara il tecnico, a caccia della centesima vittoria in serie A - e dovremo rafforzare le energie per costruire il nostro futuro». Concetti da non sottovalutare. Anche perché la squadra di Mancini, prima o poi, potrebbe concedersi una pausa per ricaricare batterie ed entusiasmi. «Abbiamo dimostrato che ce la possiamo giocare con chiunque – incalza - e non molleremo la presa. Sono convinto che i miei ragazzi potranno sopportare qualche fatica in più. Non mi preoccupo se l’Inter ha un calendario più facile: dobbiamo fare i nostri punti. Tutte le squadre incontreranno difficoltà e avvertiranno delle crisi. La Champions League porterà via tante energie mentali. I nerazzurri hanno qualche ricambio in più, ma a lungo andare vedremo...». Quasi una minaccia, dunque.
Prima di fare voli pindarici, però, occorre sbrigare pratiche abbordabili ma pur sempre spinose. La prima è l’Atalanta di Colantuono. «Sarà per la medesima pelata – ironizza - ma abbiamo un bellissimo rapporto. È un allenatore di qualità. Mi aspetto una gara ricca di insidie». Meglio non sottovalutare l’impegno e mettere in campo la miglior formazione. Spalletti spiega il perché. «Abbiamo già incontrato tante difficoltà contro squadre meno titolate della nostra – ricorda - ed è giunto il momento di dire addio a questa tendenza». Magari sulla scia di un altro colpo da teatro di Totti, superlativo contro la Sampdoria. «Spero sempre in quelle prodezze – confessa - ma l’importante sarà vincere». Parole sante. Scandite dai ritmi di una vigilia senza ritiro: una scelta figlia del secondo posto in classifica. Ma attenzione a non ricordare al toscano che le precedenti esperienze in tal senso, sono coincise con le opache prestazioni fornite contro Chievo e Ascoli. «È tutto sotto controllo – ricorda - non c’è bisogno di alcuna imposizione». Già, l’imposizione: una parola-chiave che Montella non intende decifrare. L’attaccante campano, poco utilizzato, vorrebbe cambiare aria. Troppa panchina, poca gloria.
La promessa di Spalletti "Non molliamo la presa"
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