«Pronto Gianni...»: Consorte e le telefonate dei vertici Ds

Nei giorni caldi della scalata a Bnl Fassino chiamava il manager Unipol anche due volte al giorno. L’incontro posticipato con D’Alema

Gianluigi Nuzzi

da Milano

Il piano di Giovanni Consorte per portare Bnl sotto il grande ombrello delle coop e di Unipol era seguito con attenzione da diversi leader del centrosinistra. Anzi, a chiedere notizie, a confrontarsi con Consorte, prima delle polveri giudiziarie, nel luglio torrido dell’uscita degli immobiliaristi dalla banca erano i piani alti del Botteghino. Con posizioni diverse, certo, ma come non riferire dell’appuntamento fissato in agenda a luglio con Romano Prodi e poi rinviato? E poi le telefonate serali del super-presente segretario Piero Fassino. L’incontro da posticipare il 15 luglio con Massimo D’Alema. I colloqui intercettati con deputati diessini e leader del centrosinistra rimasti, almeno per ora, coperti da omissis. Fino a personaggi come il sindaco di Roma Walter Veltroni.
Walter dirà qualcosa. Il primo cittadino della capitale avrebbe fatto sapere a un amico di Consorte che «per questa vicenda - si legge nei brogliacci - ci saranno delle comunicazioni di un certo tipo, lui è sindaco di Roma può dare qualche rassicurazione sul futuro (di Bnl ndr)». Poi il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo e, ancora, il tesoriere dei Ds Ugo Sposetti, amico e consigliere fidato, sino all’ex ministro Angelo Piazza che «gli porta i complimenti di Boselli». Tutti lì segnati nei brogliacci delle Fiamme gialle, con dialoghi che danno la misura di quanto a sinistra si seguisse molto da vicino la vicenda Bnl e Unipol. «Consorte — è scritto ad esempio nel brogliaccio delle Fiamme gialle — dice che ha chiamato Fassino e gli ha detto che Abete è andato da Prodi. E aggiunge che Fassino gli ha consigliato di sentirlo per tranquillizzarlo. Consorte dice che se Prodi vuole spiegazioni gliele darà». Ma non c’è solo questo nelle 207 pagine di brogliacci con 1.942 telefonate intercettate.
L’errore di Piero. Si parte il 5 luglio con l’allarme su una proposta di direttiva Ue che farebbe sfumare i sogni di Consorte e della sinistra. Luigi Abete, stando ai brogliacci, avrebbe segnalato il fatto a Fassino che subito ha sensibilizzato Consorte il quale a sua volta dispone una verifica. Passano due giorni. Alle 20.46 squilla il telefono di Consorte. «Sono Piero». Piero Fassino ovviamente. Due telefonate brevi per 2 minuti di conversazione coperta da omissis. Che si saranno detti? Il 9 luglio si capisce, invece, che nelle operazioni di Consorte potrebbe essere interessato, tra gli altri, anche «Pierluigi Toti, persona vicina a Veltroni, che avrebbe dato una risposta nel pomeriggio». Di politica Consorte parla anche con l’ex ministro Angelo Piazza che lo chiama più volte. Ad esempio il 10 luglio quando «Gianni dice che anche Piero ha fatto un grande errore perché non si può mettere una cosa del genere in politica in quanto loro stanno facendo un’operazione industriale. L’uomo dice che per qualsiasi cosa può chiamarlo». E, sorpresa, si legge: «Gianni dice che ieri sera è stato con Trombetti (avvocato) e Flavio Carboni (noto faccendiere, ndr).».
Senza di noi Fazio è perso. Dopo poche ore il telefono squilla ancora. Questa volta è Consorte a chiamare il senatore Sposetti, tesoriere dei Ds. Una conversazione un po’ ermetica: «Ugo dice che non ha condiviso quella cosa di Piero che avrebbe attirato delle cose. Gianni dice che se la storia va avanti da due mesi non è solo per le dichiarazioni di Piero. Gianni dice che ieri Rutelli ha chiamato Marrazzo per dirgli di prendere posizione contro di lui. (...) Ugo dice che se non ci fossero stati loro Fazio sarebbe stato perso (sic!). Gianni dice che quello che stanno facendo non lo fanno certo per difendere Fazio. Ugo dice che la politica non gli deve dare fastidio e lui è inc... per l’intervista di Fassino. Anche Gianni è convinto che ha sbagliato anche se pensava di far bene».
Fassino chiama e richiama. Passano nemmeno 48 ore e alle 9.29 del 12 luglio la segretaria Mara avvisa Consorte che «ha chiamato Fassino che poi richiamerà e poi ha chiamato Gillone. Mara dice che c’è di nuovo Fassino che sta parlando con Claudia. Mettono giù per passarglielo». Quattro minuti e mezzo di conversazione con il segretario dei Ds. Coperti da omissis. Ma dai testi seguenti si capisce che Fassino ha saputo di un incontro tra Prodi e Abete e invita Consorte a farsi vivo con il leader del centrosinistra. «Gianni dice - in una conversazione con il braccio destro Ivano Sacchetti - che chiamerà Santagata che è il suo segretario (di Prodi, ndr) e gli dirà che se Prodi vuole spiegazioni lui gliele darà». Solo qualche giorno e Fassino torna a chiamare.

Questa volta in tarda serata. Alle 21.57 del 17 luglio la conversazione va avanti per quasi 5 minuti e mezzo. L’indomani da un colloquio si capisce, invece, che «a Bologna dovrà incontrare Prodi».
gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it

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