Un Pronto intervento per la vista

Non perdiamo la vista. I pazienti colpiti da degenerazione maculare senile potranno essere visitati nell'arco di 24-48 ore, prenotando l'incontro con l'oculista per una corretta diagnosi e le necessarie cure al numero verde 800.029.141. Con il progetto «SOS Macula» si vuole raggiungere la più elevata tempestività di intervento. Per questa patologia che colpisce oltre un milione di italiani,anziani, nella maggior parte dei casi,la terapia deve essere tempestiva, se non lo è si rischiano danni irreversibili che possono portare ad un gravissimo handicap visivo.
Artefice di questa sfida è il professor Francesco Bandello, ordinario di malattie dell'apparato visivo presso l'Università Vita-Salute San Raffaele, e responsabile dell'unità operativa di oculistica dell'Istituto Scientifico San Raffaele. Bandello è tra i maggiori esperti di patologie della macula, della retinopatia diabetica e dell'occlusione venosa retinica.
Al San Raffaele di Milano dirige un team di 60 oculisti che effettuano ogni anno 40mila prestazioni, di cui 6 mila per degenerazione maculare senile, 3mila per pronto soccorso e 6mila per consulenze interne. Le procedure intravitreali per arrestare la crescita dei vasi sanguinei eseguitesono 1500 all'anno.
«Non porta alla cecità, perché non colpisce tutta la retina, ma soltanto una piccola zona centrale. Eppure il danno visivo che la degenerazione maculare senile può determinare se non diagnosticata tempestivamente e non gestita in modo adeguato è tale da ridurre considerevolmente non soltanto la qualità di vita, ma anche la possibilità di essere autonomi nello svolgimento delle attività quotidiane», precisa il professor Bandello ricordando che «in quella porzione circoscritta, chiamata macula, si concentra il maggior numero di fotorecettori, compresi quelli più sensibili alla luce e responsabili della visione dei colori (i coni), quelli capaci di conferire tridimensionalità alle immagini e osservarne i dettagli, garantendo una visione particolareggiata della realtà». La degenerazione maculare legata all'età è una malattia subdola, i primi disturbi visivi esordiscono quando il danno alle cellule è già irreversibile. «La diagnosi precoce è fondamentale - prosegue Bandello - intervenendo in tempo si può frenare l'evoluzione della malattia e ottenere una stabilizzazione del disturbo anche per tutta la vita».
I principali segnali che devono indurre il paziente a consultare l'oculista ed effettuare l'indagine chiave per la diagnosi iniziale, ossia l'esame del fondo dell'occhio, consistono nella riduzione della quantità di vista associata ad una distorsione delle immagini. Se la presenza della degenerazione maculare è confermata non ci si deve scoraggiare, ma reagire, intraprendendo con fiducia le cure proposte dallo specialista.
« Per la variante secca, che tende a evolvere molto lentamente e a impiegare anni prima di compromettere seriamente la vista, non è previsto un vero e proprio trattamento, ma la pianificazione di un monitoraggio periodico e l'introduzione nella dieta di supplementi vitaminici antiossidanti che si sono dimostrati in grado di prevenire peggioramenti. Per la forma umida o essudativa- aggiunge Bandello - si deve iniziare la cura il più in fretta possibile perché la retina viene danneggiata rapidamente dalla formazione di vasi sanguigni aberranti nei tessuti dell'occhio e dall'accumulo di liquidi nella retina, portando in pochi mesi ad una sostanziale riduzione del campo visivo ed alla conseguente impossibilità non soltanto di leggere, guidare o guardare la televisione, ma anche di uscire di casa da soli, cucinare, stirare, svolgere attività fisica, giocare con i nipotini o fare la spesa. Va, infatti, ricordato che la malattia, benché possa instaurarsi già a partire dai 50 anni, interessa principalmente gli over65 e le crescenti difficoltà visive aumentano il rischio di incidenti domestici». Alcuni esami sono utili alla diagnosi. «La fluorangiografia, l'angiografia con verde di indocianina e l'OCT (tomografia oculare in luce coerente) sono esami necessari alla definizione di una forma umida.

La terapia si basa nell'iniezione intravitreale periodica di farmaci antiangiogenetici in grado di bloccare la crescita dei neovasi. Al San Raffaele si stanno studiando nuove formulazioni di farmaci antiangiogenetici in grado di agire più a lungo nei tessuti dell'occhio, distanziando le iniezioni.

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