«Da quando governo la Lombardia ho avuto rapporti con tutti i governi che si sono succeduti e ho cercato e chiesto la collaborazione di tutti: valutando i 10 anni che ho alle spalle, ritengo che Milano e la Lombardia meritino di più», visto che in Sanità «tutti prendono più di noi» e nelle altre voci di finanziamenti che arrivano dello Stato «la Lombardia è sempre nelle ultime file». Nel briefing di fine anno con la stampa, Roberto Formigoni non ha fatto mancare la sua puntuale tiratina dorecchio a coloro che stanno a Roma, denunciando una volta di più il trattamento riservato alla prima regione dItalia da tutti i governi che si sono succeduti fin qui.
«Si fatica a far capire - ha spiegato il governatore - che è vero che Milano e la Lombardia sono ricche, ma perché questo è il frutto del lavoro dei cittadini. Un conto sono i lombardi ricchi, un conto le amministrazioni sottostimate». «Non si tratta di una polemica politica - ci ha tenuto a precisare - ma di una battaglia da vincere».
Una valutazione che è ancora più forte se si considera che questanno a Milano non ci saranno solo le elezioni politiche, ma anche quelle per scegliere il sindaco. «Due partite decisive - osserva il governatore lombardo - in cui io stesso giocherò il mio ruolo politico fino in fondo». Formigoni ha già incontrato al Pirellone Letizia Moratti, candidato della Cdl, e si è detto «pronto a collaborare con lei» che già «è nettamente in vantaggio nella corsa a Palazzo Marino» nonostante i divergenti sondaggi commissionati da Cdl e Unione.
«Credo che la Moratti abbia già raggiunto un accordo con il cuore dei milanesi e con il loro cervello, lavorando con uno stile discreto, facendo precedere i fatti alle parole, stiamo lavorando tutti molto bene con lei» ha aggiunto Formigoni, aggiungendo di aver apprezzato il ministro dellIstruzione «anche nelle fasi precedenti della sua vita, e sono pronto a collaborare con lei per rendere Milano sempre più moderna e accogliente. Sempre più capace di produrre i primati nel mondo, ma anche sempre più attenta alle singole persone e a chi è più fragile».\
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