da Washington
Presto in America sarà possibile farsi a casa propria lesame del Dna. Basterà un campione di saliva. Ma già oggi al costo di mille dollari sono disponibili appositi «kit» per un test-fai-da-te. Una società è già operativa, altre stanno per entrare sul mercato.
Nello stesso tempo, però, cresce negli Stati Uniti il numero di coloro che si interrogano sui rischi che comporta una tale conoscenza di se stessi: è davvero utile per gli individui conoscere la propria mappa genomica? E se un ragazzo, dopo essersi fatto il test, scoprisse che è destinato a morire giovane? Oppure se fosse la propria compagnia di assicurazione a venire in possesso di quei dati, dai quali si può risalire alle proprie potenziali malattie?
Alle potenzialità, ma anche ai rischi legati al test del «dna-faida-te», il New York Times ha dedica ieri un ampio servizio in prima pagina, nel quale vengono elencate appunto le diverse possibilità che la nuova tecnologia consente. Ma anche i dubbi ai quali si espone una persona che voglia conoscere la propria mappa genomica.
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