Pronto il patto tra centristi e democratici in ben 9 regioni

Sono nove le regioni in cui l’Udc ha già deciso che non si alleerà con il centrodestra, e nelle quali quindi è possibile un’intesa con il Pd, Di Pietro e la sinistra radicale. Questa, almeno, è la convinzione del quartier generale democratico al termine di un vertice pre-elettorale tra Pier Luigi Bersani e i tanti colonnelli del suo partito. Il puzzle delle candidature del Pd in molte regioni ruota proprio attorno al possibile accordo con i centristi.
Ufficialmente smentita, almeno per il momento, la possibilità che in Lazio l’Udc possa schierarsi con la candidata del Pdl Renata Polverini. Casini ha infatti precisato di aver soltanto «osservato che la sindacalista dell’Ugl è un candidato molto forte». E intanto i dirigenti laziali del Pd spingono per l’investitura di Nicola Zingaretti, convinti che in questo caso lo stesso Casini romperebbe gli indugi e si schiererebbe a fianco del candidato piddino. Simile la situazione in un’altra regione in bilico, la Puglia: secondo indiscrezioni, Massimo D’Alema avrebbe accettato l’idea di scegliere il candidato con le primarie, con il segretario regionale del Pd Blasi a contendere il ruolo a Nichi Vendola. Il governatore uscente è dato per favorito, almeno nella sfida interna al centrosinistra, ma difficilmente sarà poi in grado di convincere le truppe dell’Udc a sostenerlo.
Alla riunione del cosiddetto «caminetto» del Pd, Bersani ha assicurato che si lavora a dar vita «nel maggior numero di regioni possibile» ad una «alleanza larga» che vada cioè dall’Udc sino all’Idv e alla sinistra radicale. A questo obiettivo si deve «lavorare senza l’isteria del titolo sui giornali», ha spiegato Bersani, ma con pazienza e meticolosità. L’obiettivo in effetti è a suo modo ambizioso: costruire un’alleanza ancora più variegata e litigiosa di quella che sostenne Prodi alle penultime Politiche. Dall’estrema sinistra fino al centro cattolico già alleato per oltre un decennio ai partiti del centrodestra.
In ben quattro regioni, comunque, il matrimonio d’interesse tra Pd e Udc sembra a un passo: Liguria, Marche, Basilicata e Piemonte. In Campania, oltre a Puglia e Lazio, i centristi si butteranno a sinistra solo di fronte a un candidato «gradito» e vincente.

Margini di trattativa, anche se ristretti, pure in Veneto e Toscana, mentre in Umbria ed Emilia-Romagna i centristi dovrebbero correre da soli. Infine solo in due regioni, Lombardia e Calabria, il partito di Casini dovrebbe invece restare fedele alla vecchia alleanza col centrodestra.

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