Pronto a rientrare il primo contingente di inglesi dall’Irak

da Bagdad

All’inizio della prossima settimana il governo britannico annuncerà un primo ritiro di suoi soldati in Irak. Lo ha scritto ieri il Times, precisando che in luglio saranno richiamati in patria 150 dragoni della regina stazionati nella provincia di Muthana. In un secondo momento è previsto il rientro del contingente di stanza in quella di Maysan, circa 800-1000 uomini. Si tratta di due province ritenute tranquille, nelle quali debutteranno in piena autonomia le neocostituite Forze di sicurezza del governo iracheno democraticamente eletto.
La notizia del ritiro è data dai corrispondenti a Tokyo del quotidiano londinese, i quali riferiscono che a parlarne sono stati i giapponesi e che il ministro degli Esteri nipponico, Taro Aso, ne ha discusso con australiani, britannici e statunitensi. «È molto più vicino di quanto si pensi il tempo di riportare a casa i nostri soldati», ha dichiarato tra l’altro Ato, riferendosi al suo contingente.
Stando all’ultimo sondaggio condotto in Gran Bretagna, e reso noto ieri, almeno due terzi dell’elettorato laburista pensa che il premier Tony Blair debba procedere al ritiro dei soldati inglesi entro quest’anno o, al più tardi, nell’autunno del 2007. Il sondaggio è severo con il primo ministro: il 60% considera un errore l’intervento iracheno e il 49 imputa al capo del governo un atteggiamento di sudditanza nei confronti degli Stati Uniti, il cui presidente, George W. Bush, ha affermato nel suo consueto messaggio radiofonico del sabato: «Il popolo dell’Irak deve sapere che gli Usa non li abbandoneranno».


Anche ieri pesante il bilancio di vittime degli attentati e agguati che scandiscono la quotidianità irachena: 31 morti e un numero imprecisato di feriti. E al Qaida, con un comunicato diffuso in Internet e rivolto «alla nazionale islamica», ha annunciato di volere vendicare la morte di al Zarqawi, il suo numero uno fra il Tigri e l’Eufrate.

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