da Milano
Mentre lUdc insiste per il ritorno al sistema proporzionale, An frena e lopposizione evita di inviare segnali di disponibilità, la riforma elettorale accende il confronto allinterno di Forza Italia. I deputati del Nord-Est e della Sicilia si oppongono a una riforma di tipo proporzionale, minacciando di bocciarla in aula. E la risposta dei deputati del Centro e del Sud è stata la minaccia, a loro volta, di disertare i lavori parlamentari durante la Finanziaria. La discussione è partita dal sistema elettorale adottato alle Provinciali, un modello misto, proporzionale ma con collegi uninominali. Che non ha portato lontano, però, nelle proiezioni dei risultati, visto che i parlamentari del Nord-Est hanno opposto un «niet». Il motivo è semplice: grazie allattuale sistema elettorale maggioritario, in Veneto e Lombardia la Cdl con il 55 per cento dei voti vincerebbe l85 per cento dei collegi e la maggior parte dei deputati verrebbe così rieletta. Con il proporzionale, invece, molti di essi non ce la farebbero, perché con il 55 per cento dei voti la Cdl avrebbe poco più della metà degli eletti.
Opposta è la situazione del Centro-Sud: «Nella prossima legislatura - spiega Mario Pepe, eletto nel Lazio - rischiamo di avere un Parlamento senza opposizione, con la Cdl esclusa da intere regioni». «Rischiamo di non essere più un partito nazionale - aggiunge un deputato della Campania - con parlamentari eletti solo nel lombardo-veneto e un po in Sicilia. Non vorrei che ci fosse allinterno di Forza Italia proprio la tentazione di fare un partito a traino nordista».
E per concludere lo scontro, un parlamentare campano ha aggiunto: «Quando si comincerà a votare la finanziaria ne vedremo delle belle.
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