G li scrittori «impegnati» TQ (trenta-quarantenni) hanno «postato» sul loro blog (www.generazionetq.org) i dieci punti di un manifesto in cui esprimono la propria visione della tutela del patrimonio artistico e paesaggistico. Ecco le principali proposte: il patrimonio ha una funzione civile e non è il petrolio dItalia; il patrimonio deve essere mantenuto con denaro pubblico; il sistema di tutela deve restare statale e non regionalizzato; il patrimonio è di proprietà di ogni cittadino ed è laico; nella tutela la legge deve prevalere sulle maggioranze politiche; stop alle mostre sulle singole opere antiche per fare marketing; la tutela va affidata a figure professionali di provata competenza; i corsi di Beni culturali vanno messi del tutto in discussione; va resituita la dignità della storia dellarte sui media italiani; è vitale ampliare lo spazio della storia dellarte nelle scuole. Proposte ideologiche che, però, hanno il grande pregio della chiarezza e, in alcuni punti, della concretezza. Naturalmente laccento è posto sullo Stato, centrale in tutti i sensi. Sottolineata anche la laicità del patrimonio.
Si legge nel manifesto: «Questa linea rigetta i cardini teorici su cui hanno ruotato la privatizzazione e la banalizzazione del patrimonio messe in atto negli ultimi trentanni attraverso una politica sostanzialmente indistinguibile (e lo si dice con profonda tristezza) in base alle categorie di destra e sinistra».Le proposte del manifesto TQ: si punta tutto sul Pubblico (e sullideologia)
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