Prosperini, il legionario che ama la boxe e la tv

La carriera e i cambi di casacca dell’assessore regionale allo Sport arrestato per tangenti. La notorietà con le trasmissioni in televisione, le battute in dialetto sugli stranieri e lo slogan diventato una firma: «Camel, barcheta e te turnet a ca’»

Prosperini, il legionario che ama la boxe e la tv

Arrestato l’assessore al Turismo, Pier Gianni Prosperini. La notizia arriva alle agenzie come un fulmine dopo settimane in cui si rincorrono voci di inchieste che riguardano esponenti della giunta regionale. Le accuse sono pesanti: corruzione e turbativa d’asta. Ma pochi minuti dopo Prosperini è in collegamento telefonico con Antenna3, durante la trasmissione di Roberto Poletti di cui è un habitué: «Sono qui, non so niente. Ma adesso devo andare». Silenzio, cellulare spento. Fino al nuovo collegamento: «Non posso parlare ma così non è, visto che sono al momento ancora a piede libero». Nonostante le circostanze, non perde il consueto spirito picaresco: «Sono qui tranquillo, bello paciarotto. Ma non posso venire, devo mettere giù». Pochi minuti ed ecco una nuova agenzia: Prosperini è nel carcere di Voghera.
Un arresto in diretta con tanto di telefonino cellulare che sembrerebbe la puntata di un reality, se non fosse un capitolo di vera cronaca giudiziaria. A procedere è il nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza, che ha eseguito tre misure di custodia cautelare in carcere: oltre all’assessore, Raimondo Lagostena Bassi, noto imprenditore televisivo, e Massimo Saini, consulente pubblicitario. Ai tre sono contestate i reati di corruzione, turbativa d’asta e truffa aggravata.
L’arresto, se dirlo non sembrasse irriverente in un momento tanto delicato, è in perfetto stile Prosperini. Assessore del Pdl, politico di lungo corso, esponente dell’area celodurista di Alleanza nazionale, con un passato nella Lega Nord, è più noto per le intemperanze verbali e gli episodi di cronaca rocambolesca che per le iniziative politiche. Eppure, come sanno le persone che lo conoscono, è anche uomo di studi seri e citazioni colte, primario e professore alla facoltà di medicina dell’Università di Pavia.
La fama non gli arriva dal curriculum accademico. Camel barcheta e te turnet a ca’ è lo slogan con cui invitava gli extracomunitari a tornarsene a casa propria che lo aveva reso noto in tutta Italia attraverso gli impietosi filmati di youtube. Poi era stata la volta della garrota per i gay, proposta con toni decisi durante un’intervista. «Ma io intendevo la garrota di Tex» aveva spiegato con candida aria da furbo. Vicende che avevano scatenato anche una fatwa su di lui, anche se non cruenta, dal momento che l’arma proposta era una torta alla panna da lanciargli in faccia. Polemiche politiche che - a parte una brevissima censura arrivata dai vertici di An - gli hanno fruttato più popolarità e voti che guai.
Prosperini, omaccione corpulento e dallo sguardo bonario, ha una vera passione per boxe, arti marziali e attività dalla virilità ostentata. Nel suo sito, prima ancora dei meriti da assessore, elenca i successi sportivi: cintura nera quarto dan di judo, peso massimo dilettanti nel pugilato, brevetto da tiratore scelto di carabina e pistola.

Fino al più grande dei vanti, l’essersi arruolato nella Legione straniera. Una sua foto con l’elmetto è tra i cimeli preferiti, accanto al manifesto con lo spadone con cui era pronto a presentarsi alla battaglia elettorale.

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