Come proteggere il pancreas

Oltre 60 studi internazionali e più di 20mila pazienti per sperimentare una molecola che abbassa i valori glicemici

Va ad agire sulla glicemia solo quando occorre e preserva la naturale funzionalità del pancreas, evitando nel lungo termine il fastidioso ricorso alla terapia iniettiva insulinica. Stiamo parlando di vildagliptin, un nuovo antidiabetico orale (della classe denominata inibitori della dipeptil-peptidasi 4), già disponibile nel nostro Paese e rimborsato dal sistema sanitario. Più di metà dei pazienti, attualmente in terapia per il trattamento del diabete, non è in grado di raggiungere livelli di glicemia ottimali. Per quale ragione? Spiega Edoardo Mannucci, diabetologo dell'ospedale universitario Careggi di Firenze: «Nel corso degli anni la glicemia, a causa di un inarrestabile declino della secrezione di insulina, aggravata anche da stili di vita sedentari e da un'alimentazione errata, tende progressivamente ad aumentare, innescando un naturale processo di peggioramento, che nel tempo porta molti diabetici alla necessità di una terapia con insulina. I farmaci tradizionali possono ridurre efficacemente la glicemia, ma non arrestare questo processo di peggioramento progressivo del diabete». Si è visto però, da una maggiore comprensione del ruolo delle isole pancreatiche, che all'interno del pancreas del paziente diabetico le cellule alfa rilasciano quantità eccessive di glucagone (l'ormone che aumenta i livelli di glucosio nel sangue) e che le cellule beta presentano un'inadeguata secrezione dell'insulina (l'ormone che invece riduce i livelli di glucosio nel sangue). Il farmaco agisce proprio sulle cellule pancreatiche alfa, sopprimendo l'eccessivo rilascio di glucagone e riducendo il rischio di andare in ipoglicemia, e agisce sulla disfunzione delle cellule beta, ripristinando in modo naturale la corretta secrezione d'insulina. «Il suo nuovo meccanismo d'azione consiste in sintesi nell'aumentare la concentrazione di un ormone (glp-1) che nel diabetico di tipo 2 è carente, in modo da favorire l'abbassamento dei livelli di glicemia - afferma Emanuele Bosi, endocrinologo dell'università San Raffaele di Milano. Vildagliptin potrebbe risultare efficace nel contrastare questa tendenza e mantenere nel tempo un miglior controllo della glicemia».

Con un vasto programma internazionale di sviluppo clinico, che ha coinvolto in oltre 60 studi più di 20.000 pazienti (per l'Italia oltre 1.200 in 90 centri) la nuova molecola di Novartis ha anche dimostrato di stimolare il pancreas solo se necessario e di non influire sul peso.

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