Gli architetti contestano il decreto Bersani e chiedono una legge quadro sulla professione. Ad annunciare la presa di posizione è la Federazione Regionale degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Liguria che nei giorni scorsi si è riunita per elaborare un documento congiunto dei quattro Ordini Provinciali che la compongono, (La Spezia Genova, Savona, Imperia), in merito alle norme proposte dal Decreto Bersani ed alle sue ricadute sulla professione di architetto. Nel documento i professionisti sottolineano che «l'architettura è la massima espressione visibile della cultura della società ed il progetto è l'opera di ingegno che trasforma l'idea in realizzazione, non una mera prestazione di servizio. L'attività dell'architetto va quindi regolata e tutelata attraverso un apparato legislativo che non può esser limitato e compresso all'interno di un decreto-legge con caratteristiche di necessità ed urgenza
per il rilancio economico e sociale per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica... quale è il decreto Bersani».
Per questo motivo gli architetti chiedono al Governo ed anche alla Regione Liguria, di promuovere subito un tavolo di confronto, per discutere delle problematiche della categoria per giungere ad elaborare una legge quadro sulla professione dell'architetto. «È indispensabile - sostengono - per il nostro paese una legge che riscriva le regole della progettazione, dei sistemi di affidamento degli incarichi pubblici, delle competenze professionali, dei rapporti tra i soggetti che partecipano al processo edilizio, della tutela del diritto di autore ed in questo quadro della determinazione degli onorari professionali, che tra l'altro sono tra i più bassi d'Europa».
Nello specifico gli architetti chiedono la revisione delle lettere a) e b) dall'art.
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