In via Ponte Seveso, importante arteria nei pressi della stazione centrale, abitanti e commercianti italiani e stranieri sono tutti uniti nella protesta contro la nuova viabilità installata dallamministrazione comunale. Per questo domani mattina, a partire dalle 8.30, occuperanno la strada per attirare lattenzione delle autorità comunali su scelte a loro dire sbagliate e inopportune. Allo slogan «Non uccidete la via» i manifestanti (che sono stati autorizzati dalla questura) cammineranno in corteo, in maniera - sottolinea comunque il farmacista Stefano Benzi - «assolutamente pacifica».
Nelle ultime settimane lungo via Ponte Seveso, infatti, sono stati applicati dei cordoli gialli in rilievo per suddividere il percorso dei tram, dei bus e dei taxi dal resto del traffico, sono stati create delle isole spartitraffico, installato un sistema di videocamere e tracciate le strisce blu «che fanno prevedere la sosta a pagamento», spiegano i residenti della zona. Il problema, però, è che «nessuno ci ha interpellati, i lavori sono stati effettuati senza il parere di commercianti e abitanti», sottolinea ancora Benzi, che ha coordinato i quaranta negozianti della via insieme a Giancarlo Valsecchi del negozio di ottica che porta il suo nome e a Hu Cai Ping, titolare di un laboratorio di riparazioni di pc e cellulari.
Perché Ponte Seveso protesta? I titolari delle vetrine lamentano il danno derivante dall'impossibilità di una sosta frettolosa, in seconda fila. Gli abitanti con passo carraio sono invece in difficoltà per non poter prendere, in uscita da casa, entrambi i sensi di marcia, e per l'angustia delle manovre alle quali sono costretti dalle nuove «strettoie». In più, i cordoli sono pericolosi sia per i pedoni che attraversano la strada, sia per ciclisti e motociclisti. «Se un taxi carica o scarica un cliente, si forma la coda.
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