Marta Cerruti
Oltre al danno anche la beffa. Perchè questo è toccato a quegli studenti volenterosi e capaci che in 5 anni esatti, non un mese di più, si sono laureati in scienze giuridiche, ovvero giurisprudenza secondo la dicitura imposta dal nuovo ordinamento universitario.
Ecco il danno. Una volta conclusi i 5 anni previsti dalla recente riforma univesitaria, i laureati in legge che vogliano intraprendere la carriera notarile o la via della magistratura devono iscriversi e quindi frequentare apposite scuole di specializzazione, organizzate dagli atenei o dagli ordini professionali. Corsi costosi, dai 2mila ai 3mila euro, impegnativi, a numero chiuso, obbligatori e di durata, originariamente, biennale. Originariamente, ossia fino a che giurisprudenza non è divenuta da laurea quadriennale a quinquennale, o meglio fino a che non è intervenuto il comma 2-ter dellarticolo 16 del decreto legislativo 398/1997. Con questo provvedimento la durata dei corsi di specializzazione per i dottori in scienze giuridiche, i neolaureati del nuovo ordinamento, è diminuita passando da 2 anni a 1. Ma questo solo sulla carta, perchè di fatto nessuna università dItalia, non solo quindi quella di Genova o del Piemonte Orientale, ha attivato corsi annuali. Le scuole, infatti, lamentano linesistenza di un regolamento che dia attuazione a quanto previsto dal comma 2-ter, che, invece, secondo i neolaureati e i professori, nonchè insigni giuristi, che li appoggiano, è auto-attuativo.
Una querelle giuridica che non ha ancora trovato soluzione. Unica certezza, per ora, è che, facendo due conti, si è a 6 contro 7. 6 anni tra università e scuola di specializzazione per i laureati del vecchio ordinamento e i fuori corso, 7 invece per gli studenti del nuovo. Solo però per i primi laureati, coloro che, concluso il loro percorso di studi in 5 anni esatti, ora sollevano il problema. Perchè gli altri molto probabilmente, potranno godere i frutti della battaglia portata avanti, anche per loro, dai loro solerti colleghi.
«É una vergogna: si stanno calpestando i diritti di decine di persone per giunta meritevoli» sentenzia scandalizzato il dottor Matteo Moretti, neolaureato in scienze giuridiche allUniversità del Piemonte Orientale. E aggiunge: «I manifesti degli studi della mia università relativi ai passati anni accademici, precisavano chiaramente che la scuola di specializzazione per le professioni legali sarebbe stata biennale per i laureati del vecchio ordinamento e annuale per quelli del nuovo. Nel manifesto di questanno, invece, la dicitura è scomparsa».
Ed ecco qui la beffa. Che però non ha certo scoraggiato i neo-dottori. Durante lestate ben tre petizioni sono state da loro inviate rispettivamente al ministro Mussi, al ministro Mastella e persino al premier Prodi.
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