PROTESTA A SAVONA

Quando il sistema si rivolta contro, quando i valori in cui credevi vengono di fatto calpestati, quando perdi la fiducia nei partiti politici e nelle associazioni sindacali che ritenevi più vicine e solidali. Sono i sentimenti più diretti e immediati degli ex soci della cooperativa Ferrero di Altare, scesi ancora una volta in piazza ieri a Savona: un presidio in piazza Mameli per la raccolta di firme e un'attività di volantinaggio davanti al Tribunale e di fronte alla sede della Banca Carisa per sensibilizzare cittadini ed istituzioni sul loro caso, una vicenda umana e giudiziaria che si trascina da oltre tre anni «nell'indifferenza più totale dei vertici del sistema cooperativistico», denuncia «vittime di ordinaria ingiustizia», il comitato costituito dai dieci ex-soci della cooperativa: Gianna Belforti, Roberto Costa, Antonio Cremonini, Gabriele, Luigi e Giovanni Giusto, Giuseppe Grosso, Giampaolo Molinari, Antonio Sulanas.
Era il 1993 quando dal fallimento della «Ferrero Impianti e Macchine» fu costituita la società «Nuova Cooperativa Ferrero». Dopo dieci anni, alla fine del 2003, l'unico amministratore propose un'operazione finanziaria con la Banca Carisa: un mutuo da 1.600.000 euro con ipoteca sui capannoni per coprire un «buco» di circa 300.000 euro, sotto contratto leasing, e per garantire la liquidità per l'attività della fabbrica. In seguito la firma alla banca delle garanzie personali dei soci. Nel 2004 la scoperta di un «buco» di oltre 3.000.000 di euro, e da lì l'immediata liquidazione amministrativa coatta. Risultato, dieci famiglie messe all'angolo: qualcuno ha la casa all'asta, altri hanno subito il pignoramento del quinto dello stipendio e del Tfr. Nel 2004 viene presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Savona, che ad oggi non ha avuto ancora risposte con una chiusura delle indagini.

E intanto stasera è prevista un'interrogazione in consiglio comunale a Savona da parte del capo gruppo di An Alessandro Parino proprio sul drammatico caso degli ex soci Ferrero, affinché siano sospese le richieste di esecuzione sui beni, i pignoramenti degli immobili e del quinto dello stipendio, in attesa dell'accertamento delle reali responsabilità penali della vicenda.

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