La polizia ucraina non rinuncia ai suoi metodi da regime neanche contro chi, come i liquidatori di Cernobyl, viene considerato un autentico eroe. Ieri, a Donetsk, nonostante la temperatura sotto zero, una trentina di agenti ha smontato le tende allestite da alcuni liquidatori in sciopero della fame contro i tagli alle loro pensioni, portando via un generatore di corrente e una stufa e provocando la morte di un anziano manifestante. Ghennadi Konopliov, di circa 70 anni, è morto in ambulanza durante il trasporto in ospedale nella notte. Sul suo decesso ci sono però versioni discordanti. Secondo alcune fonti, sarebbe stato picchiato dai poliziotti durante il blitz, secondo altri, tra cui Mikola Goncharov, uno degli organizzatori della protesta, avrebbe «accusato dei forti dolori al petto» dopo lazione degli agenti e sarebbe quindi probabilmente morto per un arresto cardiaco. «Noi - ha detto Goncharov - non sapevamo che Ghennadi soffrisse di problemi cardiaci, altrimenti non gli avremmo permesso di partecipare allo sciopero della fame». La vittima, tra laltro, sempre secondo Goncharov, «non era un sopravvissuto di Cernobyl, ma un minatore in pensione che aveva deciso di partecipare in segno di solidarietà» alla protesta. Goncharov ha quindi denunciato i metodi «criminali» della polizia ucraina. Gli agenti sono entrati con la forza nella tendopoli allestita davanti allistituto previdenziale regionale e hanno smontato le tende, portato via una stufa, un generatore elettrico e il materiale di primo soccorso.
A giustificare il loro intervento la decisione di un tribunale amministrativo di vietare la manifestazione con una motivazione pretestuosa e grottesca: su un sito internet sono state pubblicate delle minacce anonime e si teme un attacco terroristico. I liquidatori hanno rischiato la propria vita per decontaminare la zona di Cernobyl, teatro 25 anni fa del più grave disastro nucleare della storia. La maggioranza di loro è morta o soffre di tumori e leucemie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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