Protestano i poliziotti: «A Fiumicino sicurezza fai da te»

Stefano Vladovich

I poliziotti dell’aeroporto di Fiumicino, declassato per mancanza di sicurezza alla vigilia dell’estate, adesso chiedono più agenti. Tagli indiscriminati specie nei settori più delicati, quelli dell’antiterrorismo e del controllo passeggeri, preoccupano e gli agenti non ci stanno. Oggi pomeriggio, dunque, gli uomini della Polaria appartenenti al Siulp, il Sindacato Unitario Lavoratori di polizia, saranno alle Partenze nazionali con un volantino-denuncia indirizzato agli uomini politici in transito al Leonardo da Vinci, di rientro a casa al termine della settimana parlamentare. «La situazione è insostenibile - spiegano Luigi Peschiaroli e Francesco Carta della dirigenza provinciale del Siulp -. Da una parte c’è stato un notevole incremento dei passeggeri e dei servizi, dall’altra la conseguente sofferenza, via via in aumento, in ogni settore aeroportuale. Non solo. Abbiamo assistito, increduli, al trasferimento di oltre 70 operatori mettendo seriamente a rischio il livello di sicurezza. Qui le cose continuano a funzionare solo grazie al senso di responsabilità e agli sforzi degli agenti della polizia di Stato. Ma, adesso, gli stessi lavoratori sono esasperati». Già, perché almeno sulla carta la pianta organica delle forze di polizia di Fiumicino parla di 900 agenti. Almeno 200 in più rispetto a quelli realmente in campo. «Sì, dovremmo essere quasi mille per coprire tutti i servizi di prevenzione in quello che è considerato uno dei principali obiettivi terroristici d’Italia» chiudono i sindacalisti. Una battaglia, questa, che si protrae dallo scorso anno quando le «guardie» dello scalo romano, in quel caso del Sap, il Sindacato autonomo di polizia, chiesero un incontro urgente con il dirigente. All’ordine del giorno, oltre alla situazione della squadra giudiziaria, la drammatica situazione lavorativa. Fra i vari problemi da sempre lamentati, ferie «scoperte», straordinari al di sotto delle esigenze, carenza di uomini e mezzi, tagli ovunque. Questione finita persino sul tavolo del pretore del lavoro per il sospetto di atteggiamento in contrasto con i diritti degli stessi lavoratori. Tant’è. Un sit-in concordato con le maggiori sigle sindacali non è riuscito, di fatto a ottenere molto.

In un comunicato al vetriolo indirizzato alla dirigenza Siulp e Sap denunciarono carenze e «buchi» nella gestione del «security system». In seguito agli esposti, nel maggio scorso, il blitz degli ispettori comunitari inviati da Parigi, concluso una settimana dopo con la «retrocessione» del Leonardo da Vinci al secondo livello.

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