Proteste degli studenti, l'allarme di Gasparri: "Potenziali assassini, tenete a casa i vostri figli"

Dopo la provocazione degli arresti preventivi per gli autonomi il capogruppo del Pdl al Senato si rivolge alle famiglie. Napolitano e la Gelmini ai dimostranti: legittimo riunirsi, ma tenete lontani da voi i violenti. L'infiltrato armato di casco? Un pizzaiolo precario. Mobilitazione: da Nord a Sud

Proteste degli studenti, l'allarme di Gasparri:  
"Potenziali assassini, tenete a casa i vostri figli"

Roma - Al Quirinale quattro ministri si sono messi in fila per stringergli la ma­no: Frattini, Brunetta, Romani e Fit­to. Maurizio Gasparri ha orgogliosa­mente accettato la solidarietà. Ieri non ha rinnegato le parole del giorno prima: l’opportunità di «arresti pre­ventivi » per i manifestanti più perico­losi in vista dei cortei studenteschi di oggi e domani. In mattinata, infatti, il capogruppo Pdl al Senato ha chiarito ai microfoni di Agorà (Rai Tre): «Vo­glio fare un appello: genitori, dite ai vostri figli di stare a casa. Quelle mani­f­estazioni sono frequentate da poten­ziali assassini. Vanno evitate». Le ac­cuse di essere un «fascista» gli sono piovute addosso ancora più copiosa­mente del giorno prima, ma Di Pietro ha battuto tutti: «L'unico vero poten­ziale assassino è Gasparri: un assassi­no della democrazia», lo ha accusato con violenza.

Quel che ha detto ieri Gasparri non è però molto distante dalla riflessio­ne del presidente della Repubblica Napolitano. Anche se con un linguag­gio diverso, il capo dello Stato ha rivol­to un analogo invito ai ragazzi: «I gio­vani esercitino il diritto di riunirsi, di manifestare e di protestare» ma «stia­no in guardia e a tengano fermamen­te le distanze da gruppi portatori di una intollerabile illegalità e violenza distruttiva, foriera di sconfitta per le forze giovanile e di drammatico dan­no per la democrazia». Violenze di quel tipo sono «inammissibili». E no­nostante le critiche per Gasparri sia­no giunte da tutto l’arco parlamenta­re delle opposizioni, compresa l’Udc, e anche extraparlamentare (Verdi, Si­nistra ecologia e libertà) in fondo an­che Pier Luigi Bersani ha trasmesso un messaggio non così diverso: «Ci ri­volgiamo agli studenti perché si ten­gano lontano dai violenti, perché la violenza può cancellare e oscurare le loro giuste rivendicazioni».

Le preoccupazioni le ha anche il mi­nist­ro dell’Istruzione Mariastella Gel­mini, tanto che anche da lei ieri è par­tito un appello ai giovani: «Bisogna se­parare la protesta legittima di una par­te degli studenti da quella dei centri sociali e dei facinorosi confrontando­si sul testo e mantenendo un’apertu­ra al cambiamento». Il governo non ha intenzione di imbavagliare i cor­tei, ma isolare chi pratica la violenza: la speranza è quella di un clima «di confronto» di contestazione «non vio­­lenta, senza mettere a ferro e fuoco le città». La titolare del dicastero del­l’­istruzione ha poi sottolineato un da­to di cui si parla poco: «Ci sono miglia­ia di ragazzi in piazza ma ce ne sono milioni che rimangono a casa a stu­diare ». Degli studenti e delle loro ri­chieste hanno parlato sia Berlusconi che Napolitano. Il premier, al Quiri­nale per il saluto del presidente della Repubblica, ha esternato un suo ram­marico: «Non temo scontri, forse la ri­forma che abbiamo fatto non è stata bene illustrata agli studenti».

Berlu­sconi ha chiarito che «non è stato au­mentato nulla per quanto riguarda i costi degli studenti. Se avessimo avu­to più disponibilità, avrei introdotto anche delle misure che avrebbero re­so onore al merito ai più bravi». C’è però un filo spezzato nella comunica­zione tra istituzioni e giovani. Sulla necessità di un’empatia con i ragazzi si è soffermato anche il capo dello Sta­to: uno degli impegni di questo tem­po è «raggiungere i giovani e incrocia­re il loro crescente malessere. Guai a sottovalutarlo: è un malessere con­creto ». Le cause sono da ricercare nel­le preoccupazioni «per la disoccupa­zione e per la precarietà e la scarsa qualità dell’occupazione,per l’inade­guata formazione, per l’incertezza ge­nerale del futuro, per il vacillare delle speranze e degli slanci». In questa chiave sono da «leggere anche le re­centi contestazioni, non riferibili so­lo a un singolo provvedimento di leg­ge».

È dunque «necessario e urgente­secondo Napolitano - cercare e apri­re nuovi canali di comunicazione e di scambio con le nuove generazioni». Il ministro Gelmini ha provato anco­ra a spiegare la riforma universitaria ai ragazzi, a chiedere che pensino «con la propria testa» e che non si fac­ciano «strumentalizzare» da un pen­siero «ideologico»: «La riforma colpi­sce gli sprechi, le baronie e i privilegi e afferma il valore della valutazione.

Confermo la mia disponibilità al con­f­ronto con gli studenti, con i professo­ri e con tutt­o il mondo accademico an­che in fase di stesura dei decreti attua­tivi, che possono essere occasione per affinare ulteriormente i contenu­ti della riforma». E. Fo.

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