Milano Nemmeno la fata dei buoni sogni interisti poteva immaginare una serata così. Quattro gol, tutto in un fazzoletto di partita, poi passar di minuti tra ricami e svarioni. Ma il bello resta negli occhi più dello spreco e dell’errore. I tre gol finali subiti da Gareth, garretto, Bale inducono al pensar male. Tripletta figlia della deconcentrazione e del tutto facile. Dieci gol in tre partite europee, 8 nelle ultime due a San Siro, valgono il promemoria. Per un quarto d’ora sembrava di vedere la riedizione di Real-Milan giocata a San Siro, ma stavolta con gli italiani nella parte dei maramaldi. Poi c’è stato riscatto per il buon nome del Milan, più che per quello del Tottenham, che non ha smesso di sembrare un gruviera di pessima qualità. Inter bum bum, Inter da favola più che da sogno. Nel senso che le favole sono quasi sempre a lieto fine (nonostante Bale). Partita da Champions ma con una squadra sbagliata, che poi era quella inglese. Impensabile trovare un lassismo difensivo così accentuato in una formazione che sta al top della Premier. Benitez aveva istruito bene la sua gente, ma Zanetti gli ha cantato subito la serenata che ha fatto andare tutti nel brodo. Un minuto e dieci secondi ed è subito gol, il secondo del capitano in Champions: sbucato fra tre avversari, invitato da Eto’o, surrogato da una precisione ingegneristica. Che dire? Notte di San Siro segnata dalle stelle (con Mou andava più di moda lo stellone). Lassù, ammutoliti i tifosi inglesi con le loro bandiere già arrotolate. Un quarto d’ora di devastante prepotenza, e di allibente impotenza avversaria, è bastato a dir tutto della partita e qualcosa in più dell’Inter. La squadra sta prendendo sostanza e forza. Coutinho si è sentito finalmente libero di esprimere l’arte ed ha provveduto a metter firma con l’assist del secondo gol di Eto’o (quarto della partita). Biabiany non ha ruggito, ma nemmen belato. Crescono i ragazzi, si fortificano i guerrieri. Il gioco è brillante quando gli spazi sono larghi. Meglio aspettare altre prove d’autore. E avversari più rocciosi. Si dirà: facile raccontarla così? Il Tottenham ha dormito come fosse lì soltanto per allenarsi o allenare l’Inter. Gomes, il portiere, ha lasciato la compagnia dopo sette minuti, per quel fallo da rigore commesso sulla gamba di Biabiany. Carlo Cudicini, entrato freddo e senza un attimo di concentrazione, davanti amamma e papà che ieri sera compiva 75 anni, ha provato il miracolo. Ma Eto’o è più bravo in tutto: anche nel calciare rigori e sconfiggere portieri. Vista così, la stessa situazione subita dal Milan a Madrid, anzi peggio. E peggio è stato, perché dopo altri 7 minuti Stankovic ha dimostrato di essere il miglior centrocampista attuale (nella ripresa però è uscito per un colpo non proprio beneaugurante) con una percussione che valeva un pugno da ko di Mike Tyson. E ko è stato. Per una volta varrebbe la pena evitare il solito ritornello sulla devastante diavoleria di Eto’o, arrivato con la doppietta al gol numero 14 della stagione (sesto in Champions). Stavolta l’Inter ha vinto affidandosi anche ad altri goleador. Una buona novella, anche se la tripletta di Bale non depone a favore del buon nome difensivo della squadra: tre reti in solitaria e spavalda avanzata, quasi che gli interisti siano rimasti attoniti e imbalsamati.
Un brutto finale dopo una partita da tenori. Un peccato veniale ha rischiato di tramutarsi in figuraccia. I conti con l’Europa sono largamente attivi. Ma gli svarioni si pagano. La storia dell’Inter ne sa qualcosa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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