Le prove Alonso dietro Massa e Schumi

Bermuda, ginocchio sinistro con un’ampia fasciatura, lo sguardo da eroe di un fumetto giapponese quando però il fumetto si fa complicato e ci sono grane da risolvere. Fernando Alonso sembra tutto questo quando si siede sullo sgabello e si prepara a rispondere sempre alle solite domande. Si vede che gli girano un filino. Perché è quinto e Massa è quarto, perché Vettel ha dominato la seconda sessione di libere davanti a Hamilton e persino Schumi. E perché il miglior tempo della giornata è di Lewis che al mattino, quando la pista era pure freddolina, aveva rifilato un secondo a tutti. Al momento le due rosse sono più o meno a quattro decimi dai leader, per cui c’è ampio margine di recupero e “di certo i tecnici lavoreranno a lungo stanotte per trovare il giusto grip e il corretto bilanciamento della monoposto” sottolinea il team principal del Cavallino, Stefano Domenicali. «La verità - spiega poi Alonso - è che come per tutti i venerdì proviamo tanto per capire meglio la situazione e poi mettere tutto assieme alla sera. Vedendo i tempi degli altri, di sicuro ci manca un po’ di prestazione, c’è da lavorare, non siamo veloci come ci aspettavamo e in mattinata servirà dell’extra lavoro» aggiunge. «Se sono pronto a rinunciare a qualcosa pur di vincere questo Gp? Sì, ma solo una delle prossime gare, perché trionfare qui a Monza sulla Ferrari è speciale e io darò il cento per cento per puntare alla vittoria… Certo, sarebbe bello ripetere quanto accaduto lo scorso anno ma sarà molto difficile. Meglio finire quarto o quinto e averci provato, piuttosto che puntare a far secondo». Quindi si spazientisce un poco. E ha ragione. «Farò di tutto, però dobbiamo essere realistici: l’auto è quella di Spa e a Spa eravamo un secondo dietro agli altri. Non possiamo pensare che qui tutto diventi facile perché siamo in Italia. Stesso discorso vale per il prossimo campionato: non è scontato che riusciremo a partire davanti a tutti, ci proveremo, certo, lavoriamo per questo».
Giusto perché a Monza la pressione che ricade sulle spalle ferrariste è leggera leggera, Domenicali se l’è dovuta anche vedere con l’umore alterato del collega rivale a capo della Red Bull, Christian Horner.

L’inglese pare se la sia presa per un’intervista in cui l’italiano sottolineava che al momento Vettel non era uomo squadra e leader come Alonso o Schumi, ma che lo sarebbe diventato. Lesa maestà teutonica. Informato sulla questione, Domenicali ha risposto schietto: «Ha il mio numero, se vuole mi chiami».
BCLuc

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