Prove di caos degli «amici» di Marco Doria

Prove di caos degli «amici» di Marco Doria

(...) da un nugolo di poliziotti in tenuta anti-sommossa. Il fastidio si trasforma ben presto in paura, mentre tutt’intorno, sui muri dei palazzi, appaiono scritte di vernice spay a dir poco allarmanti, tipo: «Caselli boia». Caselli è il magistrato che di lì a poco è atteso a Palazzo Tursi, nella sede del Comune, per presentare il suo libro «Assalto alla giustizia», edito da Melampo, nell’ambito della manifestazione «Testimoni liberi». E l’idea - poco democratica, ma molto di sinistra - è quella di non farlo parlare. Punto. Per questo, i «bravi ragazzi» che okkupano le strade cittadine, e lordano i muri, e fanno esplodere bombe carta, e vogliono impedire di parlare, non contenti di aver già assalito e malmenato poliziotti in Piemonte, si dedicano anche al lancio di fumogeni e bombolette di vernice all’indirizzo delle forze dell’ordine. Viene infranto un vetro del palazzo che ospita la Prefettura e danneggiata un’auto in sosta nei pressi di via Garibaldi. Poi urlano: «Caselli, Tav, baciamo le mani. Liberi tutti subito. Gabry libero». La tensione è altissima, e fa il paio, logica conseguenza, con la dimostrazione di due domeniche fa che è riuscita ad arrivare fino davanti al carcere di Marassi, in aperta solidarietà nei confronti di Gabriele Filippi, il giovane di Santa Margherita Ligure in carcere per i disordini della scorsa estate in Val di Susa. Li aveva benedetti, domenica, nel giorno del Signore, don Andrea Gallo, con espressioni degne di miglior causa e molto poco evangeliche: «Sono con voi spudoratamente e incondizionatamente - predicò allora prezzemolino-don Gallo - per una resistenza democratica e rivoluzionaria». Altro che Celentano! Devono sentirsi galvanizzati da tanto entusiasmo clerico-leninista, i manifestanti, anche perché hanno incassato l’appoggio convinto ed entusiasta di vari esponenti di Sinistra Ecologia e Libertà, da Matteo Rossi a Simone Leoncini, al consigliere provinciale Giampiero Pastorino, passando attraverso Alessandro Benzi (Federazione della sinistra). Toh! Gli stessi dei partiti-movimenti filo-vendoliani che hanno appena brindato alla vittoria di Marco Doria alle primarie del centrosinistra! Bell’esempio di politica amministrativa, non c’è che dire, per chi auspica di bissare il successo alle comunali e insediarsi per cinque anni a Tursi. Si associano i consiglieri comunali Antonio Bruno (Prc), Manuela Cappello (Gruppo Misto) e Luca Dallorto (Verdi) che nella Sala rossa di Tursi presentano un documento in cui esprimono solidarietà ai No-Tav arrestati: «Le misure di carcerazione in relazione alle manifestazioni in Val Susa vengono percepite come punitive e si protraggono in tempi che non comprendiamo», affermano i tre consiglieri. Se sono questi gli «amici di Doria», i «sodali del marchese rosso», viene già da rimpiangere il vuoto pneumatico di Marta Vincenzi.
Ma i No-Tav amici di Sel non se ne preoccupano e proseguono le scorrerie. E mentre Doria, a distanza, con una lettera aperta, si rivolge «alle compagne e ai compagni di Sinistra Ecologia Libertà» che ringrazia «per il sostegno aperto, appassionato e leale dato in questi mesi impegnativi» auspicando «una straordinaria mobilitazione di energie, saperi e competenze e una grande passione civile» - bombe escluse, si spera -, i cittadini genovesi provano a fare i conti con una città blindata. Intanto, in consiglio comunale, dove arriva l’eco degli scoppi democratici, il sindaco Marta Vincenzi, già avversaria sconfitta di Doria alle primarie, prende le distanze, come aveva fatto a suo tempo il Pd piemontese: «Sono favorevole alla libertà preventiva di ogni manifestazione pubblica - spiega il sindaco - ma spero che il Pd presenti un ordine del giorno contro le violenze No-Tav.

Qui a Genova - sottolinea - è in atto una mobilitazione contro Caselli da parte di chi ritiene che le violenze non debbano essere condannate. Faccio conto - conclude Marta Vincenzi - che il Pd voglia dissociarsi da posizioni di questo tipo». Se lo facesse anche Doria non sarebbe male. Subito. Anzi, da prima.

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