Prove di forza nel partito Il Pdl cerca ancora la guida

Non arriveranno alla nomina d’ufficio, ma poco ci manca. Perchè a poche ore dal primo consiglio comunale dell’era Pisapia, il Pdl è ancora senza un capogruppo. Effetto, inutile girarci intorno, della prova di forza tra il coordinatore regionale Mario Mantovani, il presidente della Provincia Guido Podestà che ricopriva quel ruolo prima di lui e dopo la sconfitta a Milano si vuol prendere una rivincita, e il governatore Roberto Formigoni che con Podestà ha stretto un asse per la nomina di Carlo Masseroli. Con un centrodestra che si ritrova dopo 19 anni a fare l’opposizione, chiaro che il ruolo di chi (e soprattutto quale area, nel caso dell’ex assessore all’Urbanistica si parla di Cl) guiderà la battaglia anti-Pisapia è un investimento politico che guarda ben più lontano di piazza Scala. Su Masseroli venerdì c’è stata una fumata nera. L’altro candidato in pole Giulio Gallera ha strategicamente fatto un passo indietro, l’ex assessore ha chiesto una votazione sul suo nome e si è chiusa con solo 4 a favore e 6 schede bianche. Scelta rinviata ad oggi e al coordinamento cittadino. Ha preso quota l’idea di affidare per sei mesi l’incarico ad Armando Vagliati, che scherzando si definisce un «Caronte del Pdl», si dice «a disposizione» e ammette che ora il partito dopo la batosta elettorale deve cessare il fuoco amico, «trovarsi intorno a un tavolo e ricomporsi». Facile a dirsi. Ieri Masseroli ha proseguito con la raccolta firme per dimostrare ai coordinatori che oggi valuteranno tutte le ipotesi di avere la maggioranza del gruppo a favore. Rientrato dalla missione in Canada con un giorno d’anticipo Andrea Mascaretti (vicino a Podestà) che difende la candidatura dell’ex assessore, «se già aveva 4 voti a favore e 6 si sono astenuti non servivano altri ripensamenti. Si poteva anche evitare il voto visto che era rimasto l’unico nome. Ora è importante non fare questioni di parte, saremo compatti intorno a chi sarà scelto ci aspetta un lavoro serio di opposizione». Anche se c’è aria di rimpasto in Provincia e si dice che in partenza potrebbe esserci proprio Mascaretti. Ma lui assicura: «Mi interessa restare in aula e impegnarmi per la città, ma dobbiamo lavorare uniti».
Ma la parola uniti è già un azzardo. Ieri Gallera ha confermato la linea di Vagliati capogruppo a tempo, «così avremo sei mesi di tempo per valutare con calma la situazione». Ma il pressing su Masseroli «mi fa porre molte domande, non mi sentirei rappresentato». Che si traduce con mani (e voti) liberi in aula. L’avvertimento è lanciato. Una domenica di telefonate e ammiccamenti tra Milano e Roma, nelle trattative è entrato anche il ministro Paolo Romani. Ignazio La Russa per ora conferma la linea dell’astensione.

«Meglio sarebbe avere un capogruppo su cui c’è la massima convergenza o una maggioranza ampia, non nominato per un voto di scarto» afferma Mantovani. Che opta piuttosto sull’ipotesi di Vagliati per traghettare la prima fase di opposizione «in attesa di una soluzione definitiva».

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