La Provincia ha insistito. Ha preferito fregarsene degli allarmi lanciati da più parti compresi alcuni consiglieri di opposizione, ha stracciato i pareri del difensore civico, ha voluto incassare. E ora paga. Anzi, pagano, come al solito, i contribuenti. La storia dei passi carrabili a raso e senza cartelli esposti sulle strade provinciali, è abbastanza lunga. Da tempo la Provincia di Genova pretende il pagamento di un tributo non dovuto, e chiede persino gli arretrati applicando more e interessi come fossero tasse non pagate. Adesso stanno arrivando le prime sentenze che la condannano, che danno ragione ai cittadini e che in molti casi impongono persino il pagamento delle spese processuali.
La battaglia era stata portata avanti ancora recentemente da Massimo Pernigotti, consigliere della Lista Biasotti, che aveva chiesto alla giunta Repetto di non andare avanti nelle richieste di esazione. Nella seduta di consiglio provinciale del 29 luglio 2009 gli aveva risposto lassessore Piero Fossati: la decisione della Provincia era stata presa sulla base dell«interpretazione degli uffici provinciali» e soprattutto a ciò si è arrivati «dopo una serie di istruttorie e consultazioni a vari livelli». Consultando quelli che davano ragione alla linea spremi-cittadini, la Provincia ha ignorato il resto. Ma per lappunto adesso deve fare i conti con i giudici. Sono già arrivate diverse sentenze. Tutte con lo stesso comune denominatore della condanna dellente di Palazzo Spinola: l«accoglimento dellistanza» dei diversi cittadini che non hanno accettato la gabella e l«annullamento degli atti di accertamento» ritornano in tutte le decisioni. Quando alla Provincia va bene, la sentenza si chiude con la compensazione delle spese, mentre in diverse occasioni i giudici lhanno persino condannata a pagare le spese processuali.
«Avevo avvertito che così facendo lamministrazione sarebbe andata a rimetterci dei quattrini - incalza Massimo Pernigotti - Adesso si rischia di rimetterci più di quanto si è già incassato». Se i cittadini che nel frattempo hanno pagato dovessero rivolgersi al giudice potrebbero facilmente ottenere la restituzione con gli interessi delle somme pagate ingiustamente. Lo stesso assessore Fossati, per dimostrare di avere ragione, aveva spiegato in aula, che erano già arrivate alla Provincia oltre 3.000 «autodenunce» da parte di cittadini che chiedevano di pagare il passo carrabile. Cioè «oltre tremila» genovesi sono oggi potenziali creditori. Lo stesso difensore civico era stato chiaro.
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