«La squadra di governo formata da Monti rappresenta la parte migliore dell'Italia, quella più competente e autorevole». Il presidente cattocomunista della Provincia, Alessandro Repetto, soltanto un mese fa aveva esultato in consiglio, magnificando e glorificando i «tecnici» presidenziali del golpe anti Cav. Ieri mattina la seduta del consiglio sul bilancio 2012 è stata sospesa, su richiesta di alcuni consiglieri della sua maggioranza, per la manifestazione antiMonti dei lavoratori che si è svolta davanti a Palazzo Spinola, che è anche sede della Prefettura. In pratica, ci si è rimangiati la parola. «Non è tutto -ha aggiunto il capogruppo arancione Massimo Pernigotti- la scorsa estate il presidente Repetto aveva finalmente annunciato, anche se con mezze promesse, il doveroso taglio del numero degli assessori in giunta, che è alto rispetto alle reali necessità. Purtroppo erano state soltanto belle parole, perché tutti gli assessori sono ancora lì al loro posto. Del taglio alla politica del centrosinistra non se n'è vista manco l'ombra. Il programma della giunta è stato un fallimento, non ci sono risultati sulla chiusura del ciclo dei rifiuti, piani di bacino, infrastrutture come gronda e nodo di San Benigno».
A non cambiare idea come una banderuola, ieri è stata pure l'ex avversaria di Repetto: «Mentre proteste e suoni dalla piazza - ha detto la capogruppo del misto Renata Oliveri - ci richiamano ad altri problemi, con il nuovo governo domina l'incertezza, perché del decreto non si conosce ancora la formulazione definitiva. I contenuti del bilancio e le più importanti funzioni potrebbero transitare ad altri enti. Quella di Monti appare una soluzione un po' immaginifica rispetto a una concreta riforma dello Stato. In ogni caso, sarebbe stato meglio attendere l'approvazione definitiva in parlamento, prima di votare il bilancio 2012». In altre parole, la «tre giorni» sul documento presentato dall'assessore Monica Puttini, sarebbe una maratona politica inutile dell'Ente inutile, ancorché quasi inesistente. Contro quella che doveva essere «la parte migliore del paese» ovvero quella squadra che, quando si trattava di cacciare via l'odiato Cav, risultava del tutto «autorevole e competente», ieri ci si è messo anche il capogruppo Pd Gabriele Gronda: «Sulle misure per le province siamo allibiti per il modo in cui si è deciso.
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