È la solita manfrina della sinistra in campagna elettorale. Leit motiv che fa sempre comodo, anche sapendo di fare una figura quantomeno patetica. Che cosè? Be, è lantifascismo, quello fine a se stesso perché intriso di nostalgia, di sangue e miti resistenziali, peraltro più falsi che veri.
A farne bandiera è stato il consiglio provinciale di Milano, quella maggioranza rosso-verde guidata da Filippo Penati che vegeta sperando di riconquistare Palazzo Isimbardi. Tutti uniti sotto il vessillo antifascista, tutti insieme contro la presentazione di un libro, «Arditi del 44, che racconta la legione Ettore Muti nella Milano del 1944 e che gli autori hanno presentato nella Sala degli Affreschi di via Vivaio.
Presentazione di troppo, evidentemente. «È offesa alla memoria dellantifascismo milanese» affermano i capigruppo della maggioranza che, quindi, sollevano «il problema politico»: «Se la sinistra deve stare nella giunta Penati lo faccia almeno senza perdere il dna dellantifascismo» sostiene Luca Guerra dei Comunisti italiani. Virgolettato sottoscritto dai Verdi, dalla Sinistra democratica e dal Pd che, parola di Arianna Cavicchioli, «protesta uscendo dallaula». Già, mentre nella sala donore della Provincia si rivelano documenti inediti sui militi della Repubblica sociale, nella sala consiliare va in scena lennesimo psicodramma. «Tutti fuori» è la parola dordine, «tutti in cortile, sospendiamo la seduta contro il contemporaneo svolgimento di uniniziativa di stampo revisionista che è offensiva nei confronti del consiglio provinciale eletto democraticamente».
La giunta, nessuna sorpresa, si tira fuori dallimpaccio e anche Filippo Penati in una nota stampa fa sapere che la colpa del delitto di leso antifascismo ricade su Alleanza nazionale: «La responsabilità delle iniziative che si svolgono è in capo a chi ne fa richiesta, non potendo evidentemente con un diniego alla concessione della sala esercitare, da parte degli uffici competenti, forme di censura politica». Gianfranco De Nicola, capogruppo di An, replica con larticolo 12 del regolamento: «Luso delle sale è autorizzato dalla giunta quando si tratta di manifestazioni non istituzionali o di non valore e prestigio per contenuti».
Forza Italia parla di «antifascismo patetico, solo collante della maggioranza penatiana» e dagli archivi di Palazzo Isimbardi si scopre che il 7 settembre 2005 fu presentato il primo libro - stesso autore ed editore - della serie dedicata alla Legione Muti. Allora, però, nessuno protestò. Adesso è dobbligo: le elezioni sono dietro langolo e cè chi ancora crede alla favola antifascista.
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