«La Provincia non sa. Non risponde. Non è responsabile. Vedremo se almeno lassemblea, consiglieri di centrosinistra compresi, avrà il coraggio di votare un provvedimento che serve per la sicurezza dei torrenti e dei fiumi del nostro territorio».
Accanto al supplemento dellindagine giudiziaria, ordinato dal gip Massimo Cusatti, che ha finalmente prodotto liscrizione nel registro degli indagati pure dell'ex assessore provinciale Paolo Tizzoni, diventato dirigente di Palazzo Tursi, dove «regna» lex presidente della provincia Marta Vincenzi, con il capogruppo arancione Massimo Pernigotti, sinizia adesso anche loffensiva politica del centrodestra «per garantire la sicurezza dei cittadini» e scardinare il «malcostume di taluni uffici».
«Nel mese di novembre - racconta Pernigotti - avevo chiesto alla Provincia, con richiesta di accesso agli atti, quante e quali concessioni in deroga fossero state date negli ultimi nove anni nelle aree in zona rossa, quelle considerate a forte rischio di esondazione. La risposta lapidaria degli uffici dellente provinciale, purtroppo, è stata che la Provincia non è tenuta a mettere a disposizione tali dati ad un consigliere dellente provinciale. Anche perché, a loro dire, tale trasparente produzione di atti, richiederebbe mesi di lavoro. Non è soltanto grave che un consigliere non abbia il diritto di conoscere, ma che di fatto si neghi quella trasparenza tanto indicata dal presidente Repetto e sbandierata dagli altri compagni, Vincenzi inclusa».
Aspettando la «glasnost» anche sugli atti relativi alla messa in sicurezza, autorizzazioni, deroghe, condoni vari e, in definitiva, per vederci chiaro, il capogruppo arancione ha presentato una mozione che dovrebbe essere discussa la prossima settimana.
«Chiedo la modifica della normativa sulle deroghe - ha continuato Pernigotti - in buona sostanza, non si dovrà più derogare nelle zone a rischio esondazione, neanche per strutture pubbliche o per motivi pubblici. In seconda battuta, i Comuni che si prenderanno la responsabilità di derogare, dovranno comunque comunicare le pratiche a Provincia e Regione, in modo che risulti un responsabile degli atti. Anche perché le norme attuali ovvero il trucco, sta nel fatto che se il Comune di Genova delibera in deroga al piano di bacino, la Provincia di Genova non è tenuta a saperlo».
In definitiva, Pernigotti chiederà ai compagni del centrosinistra di votare uno strumento di «onestà, trasparenza e responsabilità, perché chi ha colpe possa essere individuato dallautorità competente».
«Occorre avviare rapidamente e in modo condiviso la revisione della norma regionale di difesa del suolo, ma soprattutto linvio costante e trasparente degli atti a Provincia e Regione, in caso di pareri autorizzativi delle amministrazioni. In tale modo, si potrà anche ottenere un quadro aggiornato delle criticità aggiuntive nelle fasce inondabili che adesso non risultano documentate e, incredibilmente, neanche documentabili».
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